Your own choise

Cow-t 10. Rating: verde. Prompt: Mitologia greca. Fandom: Teen wolf/Percy Jackson!AU.

Theo non era un ragazzo cattivo. Va da se che se sei il figlio di Eris le persone hanno certe aspettative nei tuoi confronti.
Per esempio se organizzi una festa in spiaggia o lo fai di nascosto o inviti tutti.
E invece no.
Mentre osservava il fior fiore dei semidei del Campo Mezzosangue ubriacarsi di liquore al Nettare sotto di lui una senzazione spiacevole si faceva strada dentro di lui.
Dopo la guerra di New York, lo avevano riaccettato al campo. Da una parte non riusciva a credere alla sua fortuna, dall’altra viveva con il costante terore che qualcuno si rendesse conto che razza di persona orribile era.
Come in questo momento mentre teneva in mano uno zaino di fuochi d’artificio, pronti per essere sparati contro la festa.
Era arrivato fin lì pieno di rancore, preguastando la vendetta sulla punta della lingua. Eppure era rimasto a guardare senza fare nulla. Styles e Derek erano sdraiati da una parte pomiciando in modo semiosceno già da un po’. Malia ballava su un tavolo con zero remore al mondo mentre Isaac e Erica battevano il tempo. Persino lo stoico Boyd seguiva la scena divertito.
Lydia sedeva tranquilla, bella come sempre, mentre i suoi capelli rilucevano come infiammati alla luce del fuoco. Vicino a lei Kira rideva per chissà quale battuta.
Liam con la sua ragazza, Hayden parlava con Simon e Kory. I quattro novellini sembravano quasi intimiditi dai ragazzi più grandi intorno a loro.
Mancava solo una persona.
“Ciao Theo!”
Porca puttana.
Theo si voltò lentamente pensando in fretta, doveva trovare una scusa plausibile per i fuochi ma il figlio di Nike non era facile da ingannare. Probabilmente si era già accorto del suo panico. L’unico dettaglio fuori posto era la sua postura.
Non sembrava ostile.
Anche se Theo aveva fornito ragioni per farsi odiare più che sufficenti.
“Non ti unisci alla festa?”
La domanda lo colse alla sprovvista. I suoi occhi saettarono alla spiaggia per poi tornare sul mezzo dio.
“Io… sono invitato?”
“Tutti sono invitati, non credo che ci sia una lista nera o qualcosa del genere.”
Scott strinse le labbra come per trattenere delle altre parole che chiedevano di uscire. Infine, rilasciò un sospiro potente e si sedette su una roccia.
“Ti siedi un secondo con me?”
Senza sapere bene cosa aspettarsi da quella conversazione Theo si sedette più lontano possibile cercando di non dar l’impressione di essere pronto alla fuga; con scarso successo probabilmente perché Scott lo osservò con un sorriso divertito.
“Non voglio aggredidrti.”
“Ne avresti tutte le ragioni. Ho avvelenato il pino di Malia e seguito Jackson nella sua crociata per risvegliare Crono, non so neanche peché mi avete lasciato tornare.”
“Tutti facciamo degli errori, non dimenticarti chi è caduto come un pollo nella trappola di Jackson portando il fulmine di Zeus agli inferi.”
Theo alzò le mani non sapendo come rispondere. Era una mela marcia! Palesemente. Se fosse sparito nessuno avrebbe sentito la sua mancanza. Sua madre era stata attratta da suo padre perché invidioso del successo del suo collega aveva venduto il programma di difesa a cui avevano lavorato insieme a una ditta rivale per una fortuna e poi era espatriato in Europa con il bottino.
E lui non era diverso.
Possibile che Scott non riuscisse a vederlo?
“Io non ti capisco.”
“Io non capisco cosa c’è da capire. Hai sbagliato, clamorosamente direi. La domanda è cosa vuoi fare di questo errore? Hai deciso che meglio di così non puoi essere? O vuoi trarne qualcosa di buono e migliorare?”
“Non saprei neanche da dove iniziare…”
Il sorriso di Scott si allargò esponensialmente: “Oh, io un’idea ce l’avrei.”

“Scott!” Lo salutò Malia saltando giù dal tavolo per corrergli incontro.
I suoi amici si radundarono al richiamo per poi rallentare alla vista del ragazzo che era con lui.
“Ehi scusate il ritardo.” Disse Scott come se nulla fosse. “Abbiamo portato i fuochi d’artificio! Theo ha rimediato quelli incantati della fucina di Efesto! Riuscite a crederci?”
“Ah…” disse Stiles scrutando il suo migliore amico. “Fantastico!” Aggiunse con un filo di esitazione.
“Non li faremo accendere a Stiles vero?” Chiese Lidya assottigliando lo sguardo con l’aria di chi la sa lunga.
“Cosa? Io sono figlio di Apollo! Ho guidato il Sole! Posso accendere dei fuochi.” Il ragazzo si portò una mano al cuore come se lo avessero colpito.
“Si, si in Giappone si stanno ancora chiedendo perché quel giorno il Sole è sorto alle tre di notte.” Commentò Derek.
“Ehi, c’era il cambio manuale!”
Tra una battuta e l’altra accesero i fuochi riempiendo il cielo di colori. Theo osservò lo spettacolo cercando di dominare la paura che improvvisamente qualcuno si sarebbe accorto che era ancora lì e lo avrebbe cacciato, ma non successe.
Danny gli passò un birra e Cora raccontò a tutti di quando lei Derek e Laura avevano rubato il carro di loro padre Ares per andare a vedere una partita dei Lakers dall’altra parte degli Stati Uniti.
Lentamente i primi raggi del Sole si fecero strada nel cielo accompagnati da uno Styles ubriaco che urlando comunicò a suo padre che era troppo luminoso e doveva spegnersi.
Stanchi si addormentarono sulla spiaggia come un gruppo di normali teenager, dimentichi per qualche ora delle loro ascendenze divine.

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