Troubles in Eden

Cow-t 10. M2. SAFE.
Parole: 623.
Prompt: Koi no Yokan.
Fandom: Good Omens.
Solo le voci eccitate dei bambini riempivano l’aria di quel caldo pomeriggio di primavera.
Era sempre così quando potevano giocare in giardino: il quartiere silenzioso si animava improvvisamente di risate e gridolini mentre la quindicina di bimbi dell’asilo Eden correva fuori dall’edificio. Il cortile era diviso in due parti, sull’erba c’erano un altalena e uno scivolo con una piccola parte recintata dove I bambini stavano allevando dei coniglietti: la scuola aveva voluto la costruzione di una casetta nel recinto e le bestioline erano felici più che mai… anche I conigli sembravano aver apprezzato la cosa.
Allevare animali era molto consigliato per I bambini piccoli, li aiutava a sviluppare compassionee altruismo.
Nell’altra metà del cortile, dove il pavimento era rivestito con un polimero semi solido che rendeva il suolo adatto a giocare a palla ma che impediva ai bimbi di farsi male nelle cadute, si concentravano attività più sportive; in genere erano giochi semplic, che molte volte si riducevano a rincorrersi lanciandosi la palla a caso, di recente l’asilo aveva anche comprato degli hola hop e anche se I piccoli non sembravano comprendere la meccanica di far girare un cerchio intorno alla vita di sicuro si divertivano.
Quelle piccole pesti erano la gioia daella maestra Anathema e del maestro Newt. La coppia era talmente innamorata dei bambini che anche se pianificavano di averne tanti avevano deciso di aprire quella struttura per condividere il loro amore con tutti I piccoli del quartiere.
Segretamente però avevano un debole per una coppia di pargoli in particolare.
Si trattava del piccolo angioletto di Aziraphale e di quel demonietto di Crowley. I due erano andati d’accordo dal primo istante, era praticamente impossibile vederli separati; avevano persino portato dei costumi abbinati a carnevale, vestendosi per l’appunto da diavolo e da angelo.
Molte volte si poteva ammirare Crowley dormire appoggiato al suo amichetto mentre questi fingeva di leggergli un libro, in genere aperto al contrario, dato che il biondo non sapeva leggere tendeva ad inventarsi le storie e non se la cavava per niente male,anche altri bambini si mettevano in ascolto quando prendeva a narrare di cavalieri neri e della sua personalissima versione dell’Arca di Noè dove c’erano gli unicorni. Crowley invece era più bravo ad inventare giochi, come quando metteva insieme un automobile immaginaria e fingeva di portare in giro Aziraphale a tutta velocità.
Quel giorno però Crowley era arrivato a scuola evidentemente rimestndo su qualcosa. Aveva ascoltato la storia di Zira e come sempre avevano condiviso il pranzo, ma adesso che erano in cortile si era rintanato in un angolo osservando Zira che coccolava I coniglietti.
“Qualcosa non va?” Chiese Anathema al piccolo.
Lui la guardò con I suoi occhioni di un castano così chiaro da sembrare quasi gialli.
“Devo chiedere una cosa a Zira ma ho paura.” Disse triste.
Anathema aggrottò le sopracciglia.
“E perchè mai piccolo mio, non siete amici? Cosa c’è che non va?”
“Papà dice che se vuoi bene a qualcuno glielo devi dire spesso ma io non l’ho mai detto a Zira, e se lui non mi vuole bene?” Tirò su con il naso mentre il suo labbro tremava.
Anathema si morse la lingua per non ridere, fortunatamente un angelo la colse d’impiccio.
“Crowley?” Disse Zira preoccupato, avendo notato il suo amico in disparte.
Anathema colse la palla al volo.
“Aziraphale, Crowley ti voleva dire una cosa.” Disse sorridendo incoraggiante al bimbo dai capelli rossi.
Non avrebbe però mai potuto prevedere la scena successiva.
Crowley tuffò una mano in tasca tirando fuori un anello di caramelle.
“AZIRAPHALE TI VOGLIO BENE SPOSAMI!” Urlò attirando l’attenzione di tutti.
Aziraphale cacciò un urletto deliziato e gettò le braccia al collo del suo amico.
Anathema si scambiò uno sguardo con Newt senza parole.
Quei due erano imprevedibili.

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