Three sisters

Cow-t 10. M1. Safe.
Parole: 634.
Prompt: Colpo di Scena.
Fandom: Originale.

“Sicuramente tutti conoscete Medusa” disse la professoressa passando in rassegna la classe con lo sguardo. Aveva poche speranze sulla loro attenzione, era l’ultima lezione della giornata prima delle vacanze di Natale.
“Secondo il mito, fu decapitata da Perseo, ma non vi racconterò di nuovo questa storia. No, la lezione di oggi si incentra su come Medusa è diventata quello che è” un ragazzo nella terza fila stava palesemente dormendo e dietro di lui altri due gli lanciavano palline di carta. L’insegnante sospirò accarezzando la pagina del libro aperto davanti a lei; era un ben misero pubblico per una storia vecchia di millenni.
“In origine era una donna bellissima e Poseidone s’invaghì di lei, ma la donna lo rifiutò. Tuttavia il dio non poteva accettare un rifiuto e la violentò nel tempio della dea Atena offendendola a morte. Però Atena aveva ancora dei sentimenti per Poseidone e non volendo vendicarsi di lui fece ricadere la sua furia su Medusa. La trasformò in un orrendo mostro con la testa coronata di serpenti e la condannò a tramutare in pietra chiunque incrociasse il suo sguardo. Con lei furono maledette anche le sue sorelle, Euriale e Steno, colpevoli di non averla abbandonata”
“E di loro cosa è stato?” la domanda arrivò inattesa dall’ultima fila, forse dopo tutto qualcuno ascoltava, nella vasta aula non era ben chiaro chi avesse parlato ma non era importante.
“Se ne sa poco, alcune mie ricerche personali indicano che molti anni dopo Euriale s’innamorò di un mortale e gli fece il dono più prezioso che una gorgone può elargire: una ciocca dei suoi capelli. Essi hanno un potere inmmenso poiché sono quasi sempre trasformati in serpenti e solo una gorgone può tagliarseli. Ma sfortunatamente il mortale la sua fiducia si rivelò mal riposta, il mortale scappò con il tesoro e distrutta dal dolore Euryale si guardò in uno specchio per tramutarsi in pietra”
“E la terza sorella?” con sua sorpresa adesso sembrava avere l’attenzione di tutti.
“Le notizie su Steno sono poche e contraddittorie, dopo la morte di Euriale la legenda vuole che abbia recuperato le statue delle sue sorelle e si sia ritirata in un luogo sconosciuto. Lei, come Euriale, era immortale e potrebbe vivere lì tutt’ora, unica custode delle memorie del passato, è impossibile a dirsi cosa sia stato di lei”
La campanella ruppe il silenzio quasi reverenziale che era sceso.
I ragazzi uscirono come un fiume parlando ad alta voce fra di loro e nel giro di poco la stanza rimase vuota. Nel giro di pochi minuti, quando la donna uscì in corridoio, erano già spariti tutti neanche ci fosse Cerbero ad inseguirli. La sua casa non era proprioamente in città, bisognava lasciarsi le strade principali alle spalle ed addentrarsi nel bosco per diversi chilometri prima di scorgere il cottage che sembrava uscito da un’altra epoca; erano quasi due ore di tragitto ma non le erano mai piaciuti i luoghi affollati e si adattava volentieri.
Aprendo la porta lasciò dietro di se una scia di vestiti fino a giungere davanti al guardaroba, estrasse una semplice tunica, l’unico indumento con cui davvero si trovava a suo agio e passando per la cucina si preparò una tazza di té, una delle poche gioie dell’era moderna.
Era una splendida giornata, il sole le accarezzò gentilemnte i capelli mentre usciva nel giardino sul retro con la sua tazzina. La sua meta era un gazebo in marmo in stile greco che ospitava un piccolo tavolino con un unica sedia.
In quel luogo isolato non giungevano rumori e non passavano macchine, se chiudeva gli occhi poteva quasi convincersi di trovarsi nell’era classica.
Le statue di Medusa ed Euriale erano la sua unica compagnia in quei momenti, l’unica ragione che spingeva ancora ad interaggire con gli umani erano loro, non avrebbe mai permesso alla loro memoria di sparire.

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