Mai incontrare i propri idoli

Cow-t 10. M5. SAFE.
Parole: 5000.
Prompt: Immagine 3.
Fandom: One direction.
Hope era sempre stata una ragazza tranquilla crescendo, il tipo di persona quieto che non risalta all’interno di un gruppo ma con cui tutti vanno d’accordo. Anche il suo aspetto dimostrava la sua personalità: aveva dei bei capelli biondi lunghi che il più delle volte portava legati e degli occhi di quel verde chiaro che difficilmente si distingueva dal grigio; il piccolo viso ovale era spruzzato di lentiggini e le labbra erano di un rosa delicato. Era carina, senza ombra di dubbio, ma talmente timida da non curare la sua bellezza; il che forse da certi punti di vista poteva essere ancora più attraente.
Ad ogni modo in tranquillità e timidezza attraversò senza grossi scossoni i primi diciotto anni della sua vita.
Il giorno del suo diciottesimo compleanno sentiva che qualcosa stava per cambiare, il tipo di sensazioni a cui uno dà peso sul momento, ma che in seguito acquistano un significato completamente diverso.
La giornata iniziò con il suo telefono che iniziò a vibrare all’impazzata di prima mattina; ancora in parte addormentata Hope allungò una mano trovando l’apparecchio a tentoni. C’erano alcuni messaggi di auguri sui vari social ma il motivo di tanto trambusto era la sua amica Clare.
Si conoscevano sin da piccole e nel corso degli anni Clare aveva sviluppato una personalità forte e prorompente, aveva trascinato Hope nelle situazioni più folli mettendola nei guai infinite volte. Eppure, Hope non le serbava rancore, si volevano molto bene e dopo la fine del liceo programmavano di iscriversi alla stessa università.
Quella mattina in particolare Clare le aveva mandato, verso mezzanotte, circa cinque o sei messaggi di auguri su diversi portali, conditi con messaggi vocali urlanti e una strana gif lampeggiante che recitava le parole sei penalmente perseguibile. Fin qui tutto regolare erano i messaggi delle sei che erano strani. Iniziava tutto con un confuso vocale su Whatsapp in cui Clare le diceva un po’ mangiandosi le parole per l’eccitazione che c’era un nuovo gruppo che doveva assolutamente ascoltare, che aveva passato la notte in bianco su youtube a guardare video di varie esibizioni di X Factor e che era successo qualcosa di incredibile durante la finale della sera prima.
Assonnata e perplessa Hope decise di accantonare la cosa per il momento, dopo colazione forse le sarebbe sembrato tutto più chiaro.
Per la successiva ora e mezza i suoi pensieri non tornarono al messaggio di Clare. La sua famiglia la riempì di auguri e di piccoli regalini che agli occhi di altri sarebbero sembrati stupidi ma per lei erano la dimostrazione di tutto l’affetto che provavano per lei. I suoi due fratellini minori le avevano comprato dei braccialetti etnici che probabilmente venivano da una bancarella, ma erano di quel legno colorato che le piaceva moltissimo; sua madre le aveva comprato un adorabile vestitino celeste forse un po’ audace ma in quanto stilista si sentiva in dovere di lavorare al semplice guardaroba della figlia. Infine, suo padre l’aveva sorpresa con un regalo inaspettato; un meraviglioso diario rilegato a mano con le pagine color carta da zucchero.
Erano ormai anni che quotidianamente annotava quello che le accadeva, i suoi diari ormai riempivano una mensola; ma nessuno bello quanto come quello che le avevano appena regalato. Clare a volte la prendeva in giro per il suo attaccamento alla carta nell’era dei computer, ma Hope non avrebbe mai rinunciato al piacere di passare le mani sulla superficie ruvida delle pagine. Era una delle poche persone che si era rifiutata di comprare un e-book, e continuava a regalare i suoi soldi alle cosa editrici, solo per il piacere di riempire gli scaffali di libri.
Il telefono, che aveva lasciato sul comodino, nel frattempo continuava a segnalare nuovi messaggi.
Un’auto rossa, nuova di zecca, l’aspettava in strada. La proprietaria della suddetta auto, altrettanto rossa le corse incontro gettandole le braccia al collo.
“Auguri!” Urlò con il suo tipico tono squillante “Oggi sarà una giornata epica! E io ho il perfetto modo di festeggiare!” Annunció Clare trascinandola verso la macchina con un braccio ancora intorno alle sue spalle “Prometto che da domani avrai carta bianca sulle nostre attività, faremo ciò che vuoi ma ti prego, ti prego fammi felice!” le fece gli occhioni sporgendo all’infuori il labbro inferiore.
“Si può sapere di cosa parli?”
“Ho vinto il giveaway! Ieri notte stavo parlando con le ragazze della fanpage che ho aperto quando all’improvviso è uscito l’avviso di un giveaway fulminante per alcuni biglietti per il concerto. Mi sono buttata e hanno estratto il mio nome!” le aveva afferrato un braccio scuotendola leggermente in preda all’incredulità “Il concerto è stasera e come dicevo prima, i miei mi manderanno solo se venite anche voi, ho vinto due biglietti, è il destino! Una volontà superiore vuole che io vada!”
Mise in modo iniziando a cantare a squarciagola uno dei grandi successi dei suoi amati one direction, Hope nascose un sorriso dietro una mano, Clare non sarebbe mai cambiata.
La loro scuola era di media grandezza con circa un migliaio di studenti, ed era impressionante come tutti sapessero tutto di tutti. Lungo il corridoio diversi perfetti sconosciuti le fecero gli auguri. Non le era mai piaciuto essere al centro delle attenzioni e ogni anno sperava che il suo compleanno cadesse in un giorno di festa.
Arrivata in classe molti suoi compagni l’aspettavano per cantarle tanti auguri, c’erano palloncini e qualcuno aveva portato dolci e bibite. Fu davvero una sorpresa dato che, salvo Clare e pochi altri difficilmente parlava con qualcuno, ma tutto fu più chiaro quando l’insegnante vista la baraonda decise di dare loro la prima ora libera.
“Ehi Hope” una voce tremante richiamò la sua attenzione mentre Clare si lanciava in una delle sue esibizioni canore a beneficio delle altre fan della classe e nessuno si accorse che la festeggiata si era allontanata.
A chiamarla era stato Alan, era un ragazzo che conosceva da quando era piccola, le loro madri andavano a scuola insieme e avevano mantenuto l’amicizia negli anni, da quando erano entrati al liceo andavano in classe insieme. Era un ragazzo silenzioso appassionato di fumetti e video making.
“Auguri” le disse arrossendo “Questo è per te” le porse un piccolo pacchetto.
“Grazie Alan!” disse lei sinceramente sorpresa, era un pendente argentato a forma di piuma. Ne rimase incantata.
“Si tratta di una sciocchezza, è il tuo compleanno!”
“Mi aiuti a metterlo?”
“Certo!”
La collanina era fredda contro la sua pelle, le piaceva da impazzire e non le capitava spesso con i gioielli.
Nella confusione nessuno notò il ragazzo guardarla sognante mentre si sistemava i capelli, era ormai rassegnato a guardarla da lontano, non si sarebbe mai accorta di lui.
Così la sera del suo diciottesimo compleanno trovò Hope con indosso l’imbarazzante vestito regalatole dalla madre, la quale non aveva voluto sentir ragioni e l’aveva messa alla porta con uno scialle e una borsetta argentata davvero troppo vistosa per gli standard della ragazza, sperava solo che nessuno l’avrebbe notata nella confusione del concerto. Al collo portava la collana regalatole da Alan, si era già abituata ad averla addosso, la adorava.
“Hope che ti è successo?” esclamò Clare basita aspettando davanti alla macchina come al solito.
“Mia madre” rispose lei arrossendo “Ha deciso di prendere in mano il mio guardaroba, parole sue”
“Credi che le andrebbe di adottarmi?” chiese Clare girandole intorno con uno sguardo di approvazione “Mi andrebbe bene anche una custodia condivisa” si riscosse aprendole galantemente la portiera “Stai benissimo ma adesso andiamo! Il mio futuro marito mi aspetta!”
“E chi sarebbe dei quattro?”
“Sono cinque e non importa, non sono choosy, li amo tutti allo stesso modo. Ognuno di loro è unico e speciale: Liam è così tenero quando sorride, Louis è troppo buono per questo mondo, Harry è semplicemente perfetto, Niall è un cucciolo e Zayn…oddio Zayn” fortuna che la strada era deserta Clare tendeva a perdersi in sogni ad occhi aperti quando si parlava dei suoi protetti e avevano imparato a non metterla al volante in questi frangenti.
Erano mesi ormai che era ossessionata da quel gruppo, sin dai tempi di X Factor, cantava le loro canzoni aveva comprato il CD che teneva in camera su una spacie di piccolo altare, troppo spaventata per farlo uscire di casa e voci di corridoio (vedi Markus, il fratello minore di Clare) dicevano che la sua camera era completamente tapezzata di poster. In realtà non era neanche troppo strano, la fama di questi ragazzi, non più grandi di loro aveva completamente travolto il loro liceo: esisteva un fan club, di cui ovviamente Clare era presidente e fondatrice, ovunque le ragazze parlavano di loro emettendo gridolini simili ad ultrasuoni e da quello che le diceva Roxy i social erano completamente invasi dalle news su di loro.
Eppure Clare aveva sempre vissuto la cosa a distanza, non usava facebook, twitter, tumbler o gli altri siti più in voga, guardava poco la televisione e usava il suo computer principalmente per disegnare. In quel momento non riusciva neanche a ricordare se aveva effettivamente sentito una loro canzone se non cantata da Clare.
Presa dalle riflessioni non si accorse che ormai erano quasi arrivate, Clare accostò ma invece di catapultarsi fuori le prese una mano: “Prima che andiamo ti devo dire una cosa: tu sei la mia migliore amica e ti adoro. Lo so che preferiresti fare letteralmente qualunque altra cosa ma sei comunque venuta con me e non lo dimenticherò” prese una busta dal cruscotto e gliela mise tra le mani “Auguri!”
Esitante e un po’ commossa Hope la aprì delicatamente scoprendo due biglietti.
“Hawaii?” guardò Clare a bocca aperta “Tu sei completamente folle, non posso accettare!”
“Devi accettare! Ho il diritto di farti regali al tuo compleanno e a Natale questi sono i patti” rispose lei risoluta “Ci pensi? Passeremo due settimane in paradiso, è già tutto pagato, la prossima estate sarà la più bella di sempre!” senza parole Hope l’abbracciò stretta.
Era una storia di vecchia data; Clare apparteneva ad una famiglia decisamente ricca, ma questo non le impediva di considerare il denaro buono solo se condiviso, sin da quando erano piccole era sempre stata una persona generosissima: regalava i suoi giocattoli agli altri bambini a scuola, a natale donava sempre cifre esorbitanti all’associazione di volontariato della loro scuola e ovviamente trovava ogni scusa per riempire Hope di regali.
Era una vera amica, di quelle che rimangono per la vita. Hope non poteva fare molto per ricambiare ma poteva accompagnarla ai concerti e condividere la sua passione per quel gruppo musicale.
Vicino allo stadio dove si sarebbe tenuto il concerto l’aria era carica di tensione, ovunque si vedevano piccoli gruppi di persone che parlottavano con le teste vicine avvicinandosi all’entrata, molti avevano dei piccoli cartelli con scritte di vario tipo. Ad un certo punto un paio di ragazze iniziarono a canticchiare una delle canzoni e presto altre si unirono al coro finché non cantavano tutti; prima fra tutti Clare, che l’aveva abbracciata cantando a sua volta.
L’eccitazione la stava innegabilmente contagiando; la sensazione di un cambiamento imminente tornò a farsi sentire mentre attraversava le porte a vetri. Sentiva il cuore batterle a mille, lo stadio era immenso, illuminato da riflettori multicolori; all’ingresso avevano dato loro dei bastoncini luminescenti e tutta la platea risplendeva. Sembrava quasi magico.
Poi le luci si spensero e il palco venne inondato dalle luci; la musica si diffuse con una potenza tale da avere una presenza quasi fisica. Clare le si aggrappò con forza e il gruppo fece la sua apparizione sul palco.
A tarda notte Hope rientrò in casa con aria persa. Aveva le orecchie ovattate e aveva l’impressione che il mondo ondeggiasse leggermente. Arrivò in camera quasi per miracolo e si abbandonò sulla sedia della scrivania fissando il vuoto.
Provava un tumulto di emozioni e sentiva l’adrenalina scorrere a fiumi nelle vene, non sarebbe riuscita ad addormentarsi neanche sotto sedativi. I suoi occhi si posarono sul meraviglioso diario che le aveva regalato suo padre e con dita tremanti lo aprì.
Caro Diario scrisse, poi si soffermò un secondo a pensare, aveva la strana abitudine di dare dei nomi ai suoi diari, come scrivere ad un amico di penna.
Penso ti chiamerò Julian. Si ripeté il nome un paio di volte e decise che le piaceva.
Oggi è il mio compleanno ed è successo qualcosa; non mi sono mai ritenuta un’appassionata di musica ma oggi penso di aver sentito cantare degli angeli, non pensavo che potesse essere così coinvolgente.
Rimase un secondo a fissare la pagina, era difficile districare il groviglio di emozioni che si annidava alla base del suo stomaco. Durante il concerto più volte era rimasta senza fiato davanti a quei cinque ragazzi che si muovevano in sincronia perfetta quasi come si leggessero nel pensiero, abbracciandosi di quando in quando presi dal momento.
Si sentì avvampare e scacciò quei pensieri dalla mente e chiuse il diario in fretta e furia. Infilandosi sotto le coperte e nascose la faccia nel cuscino ancora rossa. Cercò di spegnere il cervello ma fu inutile, timidamente raggiunse il telefono e inserì le cuffiette.
Nel silenzio della notte le si aprì un nuovo mondo.
Un paio di settimane dopo…
Caro Julian
Ho preso una decisione stanotte, non vedo l’ora di dirlo a Clare!
Hope si sentiva come travolta, la sua vita era drasticamente cambiata, adesso la musica era una presenza costante nella sua vita, aveva comprato per la prima volta in vita sua dei CD e ora dei poster erano appesi sulle pareti della sua stanza. Gli One Direction erano piombati nella sua vita come una meteora: improvvisamente un mucchio di persone le parlavano a scuola, era entrata in una quantità di gruppi incommensurabile. Era anche stata ad un raduno del fandom la settimana prima e era stato grandioso.
Prima del suo compleanno non sapeva neanche cosa fosse il fandom prima del suo compleanno; il concetto non le era chiaro tutt’ora però sapeva di non poterne più fare a meno. Era letteralmente come scoprire che esistesse un mondo segreto al pari di Harry Potter che era sempre stato lì da chissà quando. La cosa si estendeva ben al di là del suo nuovo gruppo preferito; esisteva un fandom praticamente per qualunque cosa, aveva praticamente riscoperto i libri che amava e tutti i suoi film e serie preferite. Su internet c’erano persone meravigliose che scrivevano storie incredibili dando nuova vita ai personaggi che adorava, non si ricordava neanche come fosse la sua vita prima.
“Hai visto che NiallNo1 ha pubblicato un nuovo capitolo della sua long?” le disse Clare in attesa davanti alla macchina “Dimmi che lo hai letto! Ne devo parlare con qualcuno, se non lo hai fatto devi farlo prima di subito!”
Hope la guardò trattenendo il fiato.
“Cosa?”
“Ho deciso di scrivere una fan fiction”
“COSA?”
Per quanto il progetto la entusiasmasse, rimaneva sempre la solita Hope, si trovò a fare ricerche minuziose per la sua fan fiction, limando I dettagli e riscrivendo le scene finché I cinque ragazzi della sua storia non diventarono proprio come li immaginava nella realtà. Clare ovviamente era entusiasta ma ovviamente lei era sua amica, era scontato che l’avrebbe sostenuta. Quello che non poteva immaginare era l’entusiasmo che colse il fandom online quando iniziò finalmente a pubblicare I primi capitoli. L aprima sera era così in ansia che dopo aver pubblicato si rintanò sotto le coperte in preda al panico. Potete quindi immaginare la sua sorpresa quando il giorno dopo si trovò sommersa di notifiche e commenti.
A distanza di un mese la sua storia era una delle più seguite del web, la ragazza non si capacitava di come ogn giorno trovasse almeno una decina di commenti entusiasti di persone che avevano appena iniziato la sua storia o di lettrici accanite che la incoraggiassero a continuare.
La storia fece presto il giro della scuola, il fan club accoglieva sempre con entusiasmo queste nuove scrittrici.
A disanza di tre mesi, aveva completato due fan fiction e pubblicato diversi spin off, adesso stava lavorando alla sua prima AU. Clare le aveva chiesto di scrivere un’alternative universe sui vampiri e finalmente aveva ceduto.
“Hai un profumo meraviglioso” sussurrò Harry, passando le dita sul collo bianco come il latte di Louis. Sotto i polpastrelli riusciva a sentire il cuore del ragazzo aumentare il battito, forse per la paura forse per la sua vicinanza. Erano diversi secoli che non gli capitava una preda tanto allettante e non voleva ucciderlo subito.
Hope fissò le parole sullo schermo, senza sapere bene come continuare. Nella sua testa aveva chiaari alcuni avvenimenti successivi ma aveva già riscritto diverse volte quel punto senza successo. Le sembrava inutile e insulso e avrebbe voluto fare Loius un po’ più forte, le sembrava che sin dall’inizio della storia non avesse abbastanza spessore caratteriale, il che era buffo a dirsi considerando che stava descrivendo una persona esistente. Eppure, dopo diverse storie scritte sentiva di voler fare di più, di voler dare maggiore sfumatura ai caratteri,
Aveva letto qualunque intervista e guardato tutti i programmi su di loro, semplicemene da fan c’era un limite alle cose che poteva scoprire.
Sconfortata accolse quasi con sollievo lo squillo del telefono.
“HOPE!” urlò Clare come se volesse farsi sentire direttamente da casa sua, senza usare il telefono “HO I BIGLIETTI!” quest’affermazione catturò completamente l’attenzione di Hope, qualche tempo prima era uscito un contest sul fanclub ufficiale degli 1D per partecipare ad una trasmissione con loro ospiti e loro avevano partecipato. Inoltre durante la trasmissione avrebbero estratto un fortunato che avrebbe accompagnato il gruppo in un breve sorgiorno a Roma per finire di girare un video musicale. La notizia aveva fatto così scalpore che il panorama della capitale italiana capeggiava in ogni fanpage dedicaata al gruppo.
In lontananza Clare stava ancora parlando, ma Hope non la sentiva, avevano i biglietti, li avrebbe visti.
Il ricevitore cadde con un tonfo e Hope riprese a battere sulla tastiera colpita da una nuova determinazione.
Il giorno dello show era stranamente tranquilla, Clare friggeva sulla sedia vicino alla sua, ma Hope aveva raggiunto un status mentale quasi Zen. I suoi angeli dal vivo erano ancora più belli, si riempì gli occhi di tutti quei piccoli dettagli che possono sfuggire alla telecamera: Harry che si appoggia a Louis, Zayn che dà una pacca sul ginocchio a Liam e Niall che se possibile di persona era ancora più bello.
Era così presa dai suoi film mentali che quando arrivò il momento dell’estrazione si trovò un po’ colta alla sprovvista. Non ricordava dove aveva messo il biglietto così quando annunciarono il numero era ancora intenta a cercarlo.
Le puntarono improvvisamente un riflettore in faccia abbagliandola, la sala scoppiò in un applauso mentre Clare le urlava qualcosa strattonandola. Guardò confusa la sua amica poi riportò gli occhi sul palco: la sua faccia capeggiava sotto la scritta WINNER.
Aveva vinto.
Li avrebbe incontrati.
Le mancò il respiro e come in un film svenne sul posto.
Fu tutto un susseguirsi di eventi turbinante. Il gruppo era partito subito dopo la trasmissione ma le avevano riservato un jet privato appositamente per raggiungerli. Salutata la sua famiglia e fatti I bagagli, prima ancora di rendersene conto era seduta sulla comoda poltrona in viaggio per l’Europa.
Il manager le spiegò gentilmene che non poteva tenere il telefono durante la giornata ma che lo avrebbe riavuto ogni sera.
Poi finalmente incontrò il gruppo.
I ragazzi erano impegnati per le riprese ma non per questo non avrebbe avuto modo di stare con loro.
“Abbiamo prenotato un tour della città da fare questo pomeriggio!” Le disse Harry eccitato come un bambino. “Abbiamo uno di quegli autobus con il tetto aperto tutto per noi!”
“Lo devi perdonare,” le disse Liam rassegnato. “Sono anni che vuole venire a Roma, non parla d’altro da settimane.” Era adorabile.
“Stasera invece abbiamo un tavolo in un ristorante panoramico,” le disse Niall sorridendo gentile. “Si vede tutta la città e si mangia benissimo!”
Era strano assistere alle riprese. C’erano persone che controllavano continuamente ogni cosa, il regista da una parte aveva l’elenco di scene già filmate in altre locations e dirigeva I ragazzi per far collimare le parti. Secondo la schedule dovevano girare in diversi luoghi della città nei giorni successivi. Il giorno prima le avevano detto di essere stati vicino al Pantheon e alla fontana di Trevi. Un po’ le dispiaceva esserselo perso ma oggi erano al Colosseo ed era uno spettacolo mozzafiato. Nel corso del pomeriggio videro anche I fori imperiali e ebbe occasione di vedere alcuni scorci romani che non comparivano sulle guide turistiche ma era così meravigliosamente caratteristici che ne rimase incantata.
Il giorno dopo sarebbero andati addirittura a San Pietro e il programma prevedeva anche delle riprese a Lungo Tevere e su un barcone che avevano affittato appositamente per lo scopo. Il giorno dopo ancora sarebbero stati a Piazza di Spagna e avrebbero anche potuto fare un po’ di shopping a Via del Corso. Le sembrava tutto un sogno e non vedeva l’ora di vedere Clare per raccontarle tutto.
Le avevano tolto il telefono ma scoprì con sua sorpresa di dover posare con qualche foto con I ragazzi, dato che l’iniziativa aveva avuto tanto successo il web richiedeva a gran voce molte foto e il manager si era incaricato personalmente di tenere traccia di quelle che facevano. Alcune erano proprio programmate altre erano più ispirate dal momento. Hope era particolarmente innamorata di una che avevano fatto a bordo di una carrozza con I cavalli, si erano messi tutti in posa ma poi il cavallo aveva sbuffato infastidito da un piccione e Niall si era spaventato. Nella foto lo si poteva vedere che era praticamente balzato in braccio a Zayn con un’espressione così comica che li fece ridere fino alle lacrime.
Il tour fu l’esperienza più surreale che Hope avesse mai vissuto. I cinque ragazzi erano proprio questo, ragazzi, le sembrava di essere ad un gita scolastica. Con Harry che indicava tutto e tutti snocciolando informazioni che neanche una guida avrebbe potuto avere. Liam e Zayn erano seduti vicino a lei facendosi selfie e pretendendo che scegliesse il vincitore tra di loro in categorie assurde come: capelli più perfetti o chi sembrava più credibile vestito da legionario. Chissà dove avevano rimediato degli elmi e ne aveva uno anche lei. Niall e Louis salutavano gente nelle macchine che passavano loro vicine e si poteva capire quando venivano riconosciuti dagli urletti.
Louis in particolare aveva rimediato un frasario d’italiano e gridava cose a caso probabilmente con una pronuncia discutibile. Niall invece si limitava a ripetere pizza a mo’ di saluto.
La cena era squisita. Liam voleva assaggiare I suoi spaghetti e pretese di farsi imboccare, Harry invidioso pretese di essere imboccato a sua volta mentre Louis faceva un finto commentario delle portate come un improvvisato critico culinario facendo ridere Hope fino alle lacrime. Niall dovette far gli occhiono supplichevoli a Zayn per ordinare un secondo dolce ma finì comunque per assaggiare anche quello di Louis che si era distratto a leggere ad alta voce il menù sempre con italiano non esattamente perfetto.
Il ragazzo era talmente innamorato della lingua che era convinto di poter sedurre una ragazza dicendole parole a caso di cui non sapeva il significato. Corse dietro ad una cameriera ripendole il piatto del giorno mentre la ragazza scappava ridendo. Il ristorante aveva fortunatamente riservato loro una stanza privata quindi non ci furono testimoni a quella baraonda ma Hope non si sarebbe mai dimenticata di quella sera.
Tornati in camera le augurarono buonanotte quasi subito, erano tutti molto stanchi. Felice Hope si rannicchiò sotto le coperte sperando che l’indomani arrivasse in fretta per passare altro tempo con loro.
Fù il suono di risatine a svegliarla. Era stata una giornata incredibile e aveva faticato a prendere sonno. La direzione aveva affittato per loro un attico, con delle stanze da letto al piano di sopra e una balconata che si affacciava nel grosso salotto sotto stante.
I ragazzi le avevano cavallerescamente lasciato la stanza più grande dividendosi le altre: Louis e Harry insieme e Niall con Zayn e Liam. Hope aveva plottato due fic ancora prima d’infilarsi sotto le coperte solo sulla disposizione nelle camere.
Stava raccogliendo materiale per I prossimi mille anni, I ragazzi erano tutti simpaticissimi e super gentili, anche se un po’ distanti, ma la cosa non la sorprendeva, dopotutto era un’estranea.
Era convinta che anche I suoi idoli fossero andati a letto presto eppure sembravano proprio le loro voci venire da fuori. Prese il telefono a tentoni e vide che era quasi l’una di notte. In silenzio strisciò fuori da sotto le coperte e socchiuse la porta: il breve corridoio delle camere finiva direttamente sulla balconata al piano di sotto e le voci sembravano provenire da lì. Una debole luce illuminava le scale e, tenendosi bassa perché non sapeva cosa si sarebbe trovata di fronte si affacciò quanto bastava per buttare un’occhiata.
Il gruppo al completo era accampato davanti alla vetrata panoramica che dava su Roma. Era uno spettacolo mozzafiato ma non quanto I cinque ragazzi mezzi svestiti che sedevano in circolo davanti ad essa. Avevano trscinato vicino a loro due lampade, con I lunghi fili che attraversavano il pavimento ed erano così rilassati che sembravano ancora più belli.
“Il turno di Lois,” disse Liam. “Obbligo o verità?” Hope si coprì la bocca con la mano scivolando in basso, non poteva credre alla sua fortuna, sicuro nessunfan aveva mai avuto occasione di vederli così!
“Verità,” disse intanto Louis.
“Se dovessi andare a letto con qualcuno del gruppo,” disse Harry malizioso. “Chi sarebbe?”
Hope a momenti implose arrossendo fino alla radice dei capelli.
“Che domande, Niall. Tutti sceglieremmo Niall non provate a negarlo.” Seguirono risatine e commenti quasi osceni prima che il gioco continuasse.
Hope abbassò gli occhi sul suo telefono, una vocina le diceva che era una pessima idea, ma un’altra molto potente le diceva che se ne sarebbepentita per sempre se non lo faceva.
Tenendosi bassa puntòil telefono oltre l’orlo del parapetto quanto bastava per riprendere la scena. La bottiglia si stava fermando su Niall e Zayn gli pose la fatidica domanda.
“Obbligo,” rispose il biondo e il sorriso di Zayn divenne quasi malvagio.
“Oh, beh. Perchè non ringrazi Louis per la sua risposta con un bacio?” La proposta fu seguita da ovazioni soffocate. Hope quasi fece cadere l’apprecchio quando vide Niall sporgersi in avanti verso l’altro ragazzo.
Le loro labbra si toccarono e il cuore di Hope mancò un battito.
Si erano baciati.
Tornò in camera quasi in trance e soffocò un urlo nel cuscino.
Questa cosa era troppo grossa.
La doveva dire a qualcuno.
-CLARE- scrisse in fretta con le mani che tremavano -NON PUOI CAPIRE COSA HO APPENA VISTO!-
Prima di rifletttterci a fondo schiacciò invio e mandò il video alla sua amica. Con un secondo di ritardo se ne pentì e le chiese di tenere la cosa fra di loro.
Frastornata si rimise a letto ma ebbe un sogno agitato e a svegliarla fu un urlo lacerante.
La porta di camera sua si spalancò sbattendo contro il muro mentre Liam entrava infuriato.
“TU,” le urlò puntandole contro un dito accusatorio. “COME HAI POTUTO.”
Hope tramortita lo guardò senza capire mentre gli altri membri della band entravano in camera, Niall aveva gli occhi rossi e Louis lo abbracciò come a consolarlo.
Improvvisamente il cervello della ragazza fece contatto e guardò inorridita il telefono, fece per prenderlo ma Harry fu più veloce accendendo lo schermo.
“Ecco qui, c’è il video, non penso lo abbia postato lei ma lo ha mandato a questa Clare che le dice che lo posterà.” Disse prima di gettare l’apparecchio in un angolo in preda alla rabbia.
“Sei solo una stupida ragazzina, capisco il fandom, capisco tutto, ma non sei diversa da quell milioni di persone online che si dimenticano che siamo persone reali!” Urlò Liam. “Guardalo!” Indicò Niall, ancora in lacrime abbracciato a Louis.
“Ti senti soddisfatta?”
“Non sono stata io!” Urlò Hope disperata. “La mia amica Clare voleva vedervi… io non pensavo che sarebbe successo questo! Mi dispiace!”
“Oh beh, allora tutto a posto ragazzi,” disse Harry velenoso. “Ci ha filmati di nascosto, approfittando della situazione e ha passato il video ad una sua amica che l’ha pubblicato. Però le dispiace, quindi non importa se ha calpestato la nostra privacy e Niall è stato mollato a causa sua. Senza contare che I giornali non aspettavano altro che uno scoop del genere e la nostra carriera potrebbe finire qui. Le dispiace, quindi dimentichiamoci tutto e continuiamo come se nulla fosse.”
Niall gemette particolarmente forte e tutti I ragazzi si dimenticarono momentaneamente di lei per farglisi intorno.
“Sarà meglio se sparisci.” Disse Zayn che fino a quel momento era rimasto silenzioso prima di oltrepassarla e unirsi agli altri nel consolare il suo amico.
Il manager venne a prenderla poco dopo. Anche lui sembrava furioso, non tanto per lo scandalo quanto perché aveva ferito quei ragazzi a cui teneva tanto.
Mentre aspettava l’aereo all’improvviso realizzò che quella sensazione antipatica che aveva in fondo allo stomaco era disgusto. Disgusto per se stessa. Il fandom era una cosa meravigliosa che portava gioia al molti e non c’era nulla di male nello scrivere una fanfiction.
Ma nel momento in cui ci si dimenticava che dietro quei personaggi c’erano delle persone reali non andava più bene.
Si era infranto qualcosa, nel momento in cui aveva tirato fuori il telefono per fare quel filmato aveva passato un confine invisibile e ora non poteva più tornare indietro. Sul telefono ancora le arrivavano notifiche delle sue storie e improvvisamente le sembrò tutto sbagliato. Non se lo meritava.
Tutte le storie di IbelieveIn1D sparirono quel giorno da Internet e anche se ci volle molto tempo perché la gente smettesse di parlare di quel video il mondo andò avanti e il fandom mostrò il meglio di se ergendosi in difesa dei propri idoli e perseguendo chi continuava a ripostarlo.
Hope smise di scrivere storie ma continuò a seguirli da lontano ma ruppe la sua amicizia con Clare che si rifiutava di capire dove aveva sbagliato. Sola e sconsolata rimise insieme I pezzi della sua vita ma non fù piùla stessa.

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