Lo spirito drago dormiente

SAFE- Missione 5 – Unità Aristoteliche

Parole: 902

 

Fornace non riceveva molti ospiti quindi vibrava dall’eccitazione mentre faceva strada al suo amico all’interno del suo vulcano.

“Questo è il camino principale.” Disse mostrando la grossa grotta che era anche l’ambiente più spazioso della sua dimora. La lava incandescente dava a tutto una bella luce calda. I filoni d’oro che colvano dal soffitto cravano un gioco riflessi cangiante che era il grosso vanto di Fornace.

“Splendido.” Disse Apollo ammirando apertamente l’interno del vulcano. “Le feste devono essere la fine del mondo.” Il dio del sole  si addentrò nella grotta con uno sguardo ammirato. Per uno strano gioco di luci qualche volta sembrava come mandare un lampo di luce che faceva splendere le pareti dorate.

Fornace sospirò.

“Purtroppo non molte divinità si trovano a loro agio in un vulcano, quindi è più una cosa per pochi intimi.” Spiegò.

“In realtà non è una cosa necessariamente cattiva. Nel mio pantheon siamo in molti e abitiamo quasi tutti sulla stessa montagna. Avere un po’ di pace è praticamente impossibile.” Gli disse infilando la punta di un piede nella lava. “Posso?” Chiese e Fornace annuì entusiasticamente Andava molto fiero delle sue sorgenti al magma.

Qualche minuto dopo erano piacevolmente accomodati nel magma bollente proprio sotto la bocca del vulcano. 

“La temperatura è semplicemente perfetta.” Disse Apollo soddisfatto. “Dicevi che il tuo culto è monoteista?”

“Si, da quello che ho capito i miei fedeli sono convinti che per qualche ragione io si un drago e stia dormendo il questo vulcano. Dicono che mi sono addormentato alla creazione e che dopo mille anni mi sveglierò per distruggere il mondo. Ma non se mi fanno dei sacrifici.”

“Solo mille anni?” 

“Si tratta di una cultura molto giovane.”

“Ma come mai proprio un drago? Hai fatto delle apparizioni in un’altra forma? Non credevo potessi farlo.”

“Infatti non posso e non ci tengo neanche. Ho visto quanti problemi ha causato a tuo padre. No temo sia una ragione ben meno nobile. Vedi un paio di secoli fa ho riarredato. Però una volta che mi sono alzato in piena notte lo avevo dimenticato. Vedi quel masso vicino allo scrittoio?” Apollo annuì seguendo con lo sguardo la direzione indicata.

“Ci ho sbattuto il mignolo molto violentemente. Devo aver urlato davvero forte perchè ho fatto scappare tutti gli uccelli nel raggio di miglia. Sfortunatamente il mio urlo ha rimbombato nella grotta e gli indigendi si sono convinti che un drago abitasse dentro il vulcano.”

“E ti fanno dei sacrifici? Animali?” Chiese Apollo incuriosito mordendosi il labbro per trattenere una risata.

“In un certo senso. Stanotte non c’è luna quindi mi aspetto un savrificio verso il tramonto, vedrai con i tuoi occhi.” Disse Fornace facendo spallucce. “Dimmi com’è il nuovo lavoro?”

“Non mi fraintendere, sono contento il mio culto sia così popolare che i mortali diano nuove letture ai miei poteri. Ma sono già il dio del Sole e il dio della Medicina. Adesso sono il dio della musica. Se solo sapessero che non posso neanche vedere una goccia di sangue. Fortuna che mio figlio Ippocrate ha preso in carica quell’aspetto. Un ragazzo molto promettente.” Raccontò il dio greco.

Come preannunicato di lì a poco un urlo agghiacciante li interruppe e Fornace in una mossa resa perfetta dall’abitudine si mise in un punto preciso e afferrò al volo un giovanotto traumatizzato.

“Umani?” Disse Apollo sorpreso. “Ti sacrificano umani?” 

“Vergini.” Disse Fornace avvicinandosi alle pelli che aveva in una nicchia incavata per far sedere il ragazzo. “Tutto a posto? Non essere spaventato.” 

Il giovanotto lo guardò con degli occhi verdissimi e confusi. 

“Siete creature celesti? Questo è l’oltrevita?” Chiese tremante.

“Non proprio, mangia qualcosa, so che vi tengono a digiuno per giorno prima della cerimonia.

Il ragazzo ancora stordito sembrò notare solo ora il tavolo imbandito lì vicino e si avventò sul cibo. Probabilmente era davvero convinto di essere morto.

“Cosa ci fai con tutto questo cibo?” Chiese Apollo avvicinandosi.

“Cerco sempre di essere pronto per i sacrifici.” Disse modesto Fornace.

“E di lui cosa ne farai?”

“Non posso rimandarlo indietro, in genere cerco loro una nuova casa.”

“Uhmm,” disse Apollo, il ragazzo lo stva sbirciando di nascosto pensando di essere discreto. Era davvero di una bellezza rara, con la pelle abbronzata e i capelli di un biondo deciso. “E se lo prendessi con me?” 

“Lo faresti davvero?” Disse Fornace accendendosi speranzoso. Letteralmente. Iniziò a emettere un lieve bagliore e la temperatura salì di qualche grado. “Sarebbe fantastico. Ma ovviamente se lui è d’accordo.” 

“Non penso sia un problema…” disse Apollo allungando la mano per passarla tra le morbide ciocche, “che ne dici? Facciamo in modo che tu non sia più elegibile per un sacrifico?” Il ragazzo avvampò ma annuì timido. 

“In che senso?” Chiese Fornace.

“Tranquillo, ci siamo capiti. Vogliamo andare…” 

“Adam.” Disse il ragazzo alzandosi per avvicinarsi al dio.

“Molto bene Adam, ti mostrerò il mondo.” Promise mettendogli un braccio intorno alle spalle. “Grazie per l’ospitalità, spero verrai a trovarmi in Gracia la prossima volta.” Disse a Fornace.

“Volentieri.” Disse Fornace ancora intento a pensare alla battuta sui sacrifici.

Si salutarono e qualche ora dopo Fornace stava per ritirarsi ma non riusciva a capire cosa avesse potuto intendere Apollo con quelle parole. Forse voleva prendere Adam sotto la sua protezione quindi nessuno lo avrebbe più potuto toccare?

Stufo di pensarci si lasciò andare al sonno.

Dopo qualche minuto scattò a sedere avvampando e illuminando la grotta a giorno.

“OH!” Esclamò.

Precedente Gelato al limone Successivo Burritos fumanti