La mia solita fortuna

Cow-t 10. M2. SAFE.
Parole: 522.
Prompt: Yuyin.
Fandom: Voltron.
Scoppiando, un asteroide quasi colpì il leone rosso. Keith schivò a destra evitando un altro colpo di cannone, era inseguito da una singola navicella ma la maledetta era velocissima, guizzava a destra e sinistra cercando in continuazione di sfuggire al suo cmapo visivo. Doveva essere una missione di ricognizione tranquilla intorno ad un gigante gassoso, avevano deciso di farla solo perchè ricevevano letture strane per via dei gas nell’atmosfera. Non c’erano navi galra nel raggio di diversi sistemi solari, era stata solo la sua paranoia a convincerlo a fare un giro intorno al pianeta. Ovviamente la sua solita fortuna aveva colpito; non pensava ci fossero corazzate o basi nascoste in giro, probabilmente I pelosialieni viola erano in ricognizione esattamente come lui e, data la sua solita buona sorte, si erano dovuti incrociare.
E adesso si ritrovava a volare a zig zag in una fitta fascia di asteroidi, con il suo leone evitando colpi di faser lampeggianti, mentre quello che doveva essere l’ufficiale in comando gli faceva una filippica delirante dagli altoparlanti sulla superiorità dei galra e la miserevole condizione della razza umana. In qualche modo avevano hackerato la sua frequenza e non riusciva a tagliar loro l’accesso.
Fortuna che il suo leone aveva sempre avuto tempi di rezione brevissimi ai suoi comandi; al punto che a volte sembrava rispondere ai suoi pensieri. Alla fine riuscì a fare eplodere un asteroide con un colpo particolarmente ben piazzato. Questo esplodendo colpì la nave galra che sbandando finì contro un altro asteoride eplodendo come un fuoco d’artificio. Finalmente la litania degli altoparlanti cessò lasciando le sue orecchie a fischiare per lungo tempo, un po’ per le urla del galra un po’ per lo sballottamento delle esplosioni.
Ancora un po’ stordito aprì la comunicazione verso il castello ma I gas presenti nella parte più alta dell’atmosfera disturbavano il segnale e ben presto si trovò ad ulrare nel ricevitore cercando di farsi capire da Lance.
Impresa che già di solito risultava alquanto impegnativa.
“Mi aveva in pugno e ha fatto un monologo” urlò Keith nel ricevitore, come se alzare la voce risolvesse i disturbi del segnale, “È caduto nel cliché”. Nelfrattempo stava trafficando con I comandi sperando di stabilizzare il segnale, ma la linea pigolava imperterrita e il paladino rosso iniziava aprenderla sul personale.
La voce di lance gli arrivò confusa “Q….monocolo?”
“Monologo! È un cliché” urlò ancora poi sbuffó chiudendo il segnale tanto di lì a un’ora sarebbe arrivato alla base. Non aveva certo bisogno di peggiorare l’emicrania che gli faceva ancora fischiare le orecchie, doveva solo cercare di evitare ulteriori interazioni con I galra e magari con Lance.
C’erano giorni che non era sicuro chi dei due minasse più a fondo la sua, già traballaballante, salute mentale e poteva vivere un altro giorno senza scoprirlo.
“Cosa sono quelli?” Chiese il paladino rosso sospettoso. Ovviamente non aveva avuto scampo, uscito dalle docce il paladino blu e il paladino giallo lo aspettavano con un vassoio.
Lance e Hunk guardarono il piatto in esame.
“Aehm; bignè?” Disse il primo “non è per questo che avevi chiamato?”
Keith lo guardò sconfitto.
Forse erano meglio I galra alla fine.

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