La foresta del riposo

Cow-t 10. SAFE. M2. Prompt: Mitologia Greca e Romana.

Steno si stiracchiò con un verso di soddisfazione emergendo dal suo morbido letto.
Conduceva una vita tranquilla nella sua capanna. Le piaceva prendersela comoda di prima mattina, sorseggiando il tè di fiori davanti alla finestra, lo sguardo perso nei flutti.
Il mare esercitava un certo fascino su dei. A giorni era limpido a giorni era cristallino. Sempre lo stesso e mai uguale. Si scrollò di dosso quei pensieri vaganti pronta ad iniziare la giornata.
Il messaggero era già passato come da disposizioni. Anni prima aveva scoperto che poteva farsi recapitare tutto quello di cui aveva bisogno avendo abbastanza denaro e quello di sicuro non le mancava, a distanza di tempo avevano trovato una routine perfetta, ogni giorno lei lasciava una cassa vuota, il messo della bottega passava lasciando le cose richieste il giorno precedente e ritirava la cassa che avrebbe portato piena il giorno dopo. Una volta a settimana la donna lasciava una moneta nella cassa e tutto funzionava alla perfezione. Forse era un prezzo alto per delle consegne ma aveva posto una condizione particolare, il messo doveva passare prima dell’alba e non gli era concesso avvicinarsi in nessun modo alla casa.
Soddisfatta dell’aspetto delle mele, rosse e mature come aveva richiesto decise che avrebbe preparato una torta per quella sera.
Messo da parte il cibo si cambiò con una tunica più resistente e, preso il cesto con gli attrezzi, si avviò verso il giardino. Le piante erano la sua grande passione, vegetali rigorgliosi brillavano sotto il sole allineati nel suo orto; di recente aveva iniziato a piantare anche le fragole e aspettava con ansia che dessero il primi frutti. Al di là del quadrato di terra ordinatamente diviso in gruppi di vegetali, sorgeva il suo giardino. Nel corso degli anni aveva raccolto fiori rari ed esotici che crescevano splendidamente sotto le sue attente cure, vantava più di venti tipi di rose e schiere di fiori coloratissimi occupavano ogni angolo di terreno libero. Avendo tempo e passione a disposizione la donna aveva preso l’abitudine di vagare anche nella foresta nell’immediata prossimità del cottage: levando un ramo qui e innaffiando un cespuglio lì, le piaceva pensare che anche la foresta era così rigogliosa grazie al suo modesto aiuto. Inoltre, le piaceva molto raccogliere funghi e bacche selvatiche di cui i dintorni erano pieni.
Rientrata in casa lasciò cadere le vesti in terra, senza timore di mostrare il suo corpo nudo nella solitudine della sua dimora. L’acqua fresca era un gioia sulla pelle dopo la fatica di accudire le sue piante.
Canticchiando a mezza voce si avvolse in una veste pulita per poi mettersi finalmente all’opera in cucina.
Non era la migliore delle cuoche, ma la torta di mele era la sua preferita e anni e anni di esercizi l’avevano portata molto vicina alla perfezione. Alle prime luci del tramonto la casa era ormai invasa da un odore di torta appena sfornata da far venire l’acquolina in bocca.
In attesa che il dolce si freddasse Steno decise di camminare fino alla scogliera per rimirare il tramonto sul mare.
Sulla via del ritorno le cose iniziarono ad andare storte.
Nel silenzio della notte qualcuno bisbligliava sotto la sua finestra. Il suo passo delicato non produceva alcun rumore e la portò molto vicino agli intrusi prima che si accorgessero di lei.
“La vedi?” Disse la prima figura.
“No, deve essere nell’altre parte della casa.”
“Facciamo il giro dalla parte dell’orto, e ricorda come si muove qualcosa abbassa lo sguardo.” Un begliore metallico le comunicò ch erano armati.
Dopo un’ultima occhiata all’interno l’uomo sulla destra si voltò rimanendo pietrificato sul posto. In senso metaforico almeno per il momento. La luce della luna risplendeva sulle lunghe ciocche verde smeraldo che sembravano quasi mosse dal vento. Lentamente le morbide onde dei suoi capelli si sollevarono facendosi più spesse, nel giro di un minuti un nugolo di serpenti dagli occhi gialli lo stava fissando.
Ma lui non notò niente di tutto questo. I suoi occhi non si poteano spostare dalle due iridi cristalline, attraversa da una sottile linea verticale; il suo corpo era pesantissimo e non riuscì neanche a spostarsi quando il suo amico urlò scappando nel bosco.
Steno lo seguì con lo sguardo e sospirò, così non andava.
Le sue ali si spalancarono maestose sollevandola senza sforzo. Dietro di lei una nuova statua si ergeva solitaria nel giardino.
Il secondo uomo era veloce, in preda al panico non si guardava neanche alle spalle per paura di rimetterci la pelle. Sfortunatamente non aveva fatto bene le sue ricerche e la sua espressione sorpresa gli rimase scolpita in faccia quando la gorgone planò in picchiata atterrando davanti a lui.
Faticando e sbuffando Steno spinse i due nel profondo della foresta. Presto il muschio li avrebbe ricoperti e sarebero stati solo altri due massi strani fra le migliaia che ingombravano quella parte della foresta nota ai più come la foresta del riposo.
Si era proprio meritata una bella fetta di torta.

Precedente Loved by the sun Successivo Apollo? Like the god?