La flebile voce del verde

Cow-t 10. M6. SAFE.
Parole: 5000.
Prompt: Rimpianto per ciò che non è stato.
Fandom: Originale.
Tag: mention to suicide.
Fynneg virò uscendo dalla strada principale, il suo furgoncino per le consegne era un vecchio modello, faceva i capricci all’avvio ma era piacevole da guidare. Si trovava nella parte chiara del settore verde, nella parte verso il centro.
Gli mancavano due consegne e sarebbe stato libero di tornare a casa; lui e suoi due fratelli avevano un confortevole appartamento nella parte centrale del settore dove vivevano da soli. Aprì il retro passando in rassegna le casse incastonate negli scomparti appositi sulle pareti alla ricerca di quella che doveva consegnare. Fortunatamente non era molto pesante.
Dopo la fine della scuola aveva sostenuto il test del QI ma non aveva ottenuto risultati eccezionali come i suoi fratelli, eppura voleva rimanere nel settore verde così era entrato in una compagnia di consegne, un campo fiorente dato che la maggior parte del settore ormai si affidava agli acquisti online per qualunque cosa.
Fynneg aveva lavorato in diverse compagnie, ad iniziare di una per la consegna di attrezzature, un incubo: era addetto al prelievo del materiale nella sfumatura blu-violetta, l’area industriale; era costantemente in viaggio, a mala pena vedeva i suoi fratelli.
Poi aveva passato un periodo come autista dei taxi volanti, ma guadagnava decisamente troppo poco. Infine aveva trovato quel lavoro per una compagnia privata, era una piccola azienda che trattava consegna di generi alimentari, esclusivamente a nuclei familiari che sottoscrivevano un regolare contratto: i turni erano fissi e il numero di consegne giornaliere anche. Si trovava benissimo.
Salì agilmente le scale saltando i gradini a due a due e consegnò la spesa ad una simpatica vecchietta e ritirò il precedente contenitore.
La sua ultima tappa era vicino ai laboratori dove lavorava suo fratello Callam che era appena stato assunto come stagista. Concluse la consegna e atterrò nella piazza antistante il laboratorio.
Callam avrebbe staccato da lì a poco.
Il laboratorio in questione era un edificio altissimo coperto di vetri scuri, con un sontuoso ingresso sfavillante incorniciato di grosse piante neon, erano degli ibridi della varietà con il tronco e creavano un grazioso effetto tunnel sopra l’entrata. Roba da ricchi. Nei quartieri più esterni si trovava solo la varietà più comune di edera-neon. i semi costavano poco e attecchivano facilmente ovunque.
Mentre osservava affascinato le venature sui tronchi, Fynneg si rese conto che suo fratello doveva aver finito prima perché era già in piedi sul marciapiede; però non dava segno di averlo notato. Stava per urlargli qualcosa dal finestrino quando notò che Callam stava fissando qualcosa in alto alla sua sinistra letteralmente a bocca aperta.
Il ragazzo seguì il suo sguardo incuriosito.
Il muro del grosso palazzo sul lato della strada era adibito a spazio pubblicitario, un grosso schermo al momento proiettava le ultime notizie.
-Confermata scoperta eccezionale- recitavano le grosse lettere verdi che pulsavano in modo quasi fastidioso -La cura miracolosa permetterà di debellare le seguenti patologie relative al sistema nervoso- Fyn inclinò la testa di lato mentre strani noi scientifici scorrevano sullo schermo. Poi fu folgorato da un’illuminazione.
In quel momento Callam spalancò la portiera: “Ci siamo!” quasi gli urlò salendo “Alixer Zan sta per risvegliarsi!”
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Nella stanza sterile le luci neon si accesero sfarfallando.
Jaxer osservava il procedimento di risveglio da dietro un pannello di vetro. La capsula dell’ipersonno uscì lentamente dalla sua alcova posizionandosi in orizzontale, intorno un’equipe accuratamente si affannava a controllare gli schermi con i segni vitali del paziente.
Quell’uomo aveva dormito per quasi cento anni in attesa che trovassero una cura per la sua malattia. Adesso finalmente una delle più grandi menti che il settore verde avesse conosciuto stava per tornare nel panorama scientifico. Alixer Zan, colui che aveva sintetizzato i primi semi delle piante bioluminescenti che contraddistinguevano il settore.
Jaxer aveva desiderato per tutta la vita di poterlo incontrare. Aveva dedicato anni allo studio di quelle piante e ora avrebbe finalmente potuto mostrare i progressi compiuti al suo idolo.
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Alixer aprì lentamente gli occhi.
Davanti a lui si muovevano forme sfocate e i suoni gli giungevano come ovattati. Svegliarsi non era mai stato faticoso. Gli sembrava di affondare nella melassa. Stancamente richiuse gli occhi.
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Callam Zavyr stava fissando il suo riflesso nello specchio già da un po’, ne era cosciente. La luce chiara delle piante che incorniciava la superficie riflettente aveva una certa sfumatura verdognola che non gli donava molto.
Alixer Zan si era risvegliato. Evento che la sua famiglia aspettava da circa quattro generazioni con ansia. C’era sempre almeno uno di loro presente nel settore verde in previsione di quest’eventualità e il caso aveva voluto che toccasse a lui.
Questa era l’eredità della sua bis-nonna, Myha Zan, che, dopo aver dovuto dire addio al padre si era fatta strada nel settore verde fino ad ottenere l’autorità per strappare una promessa all’accademia delle scienze: quando suo padre si sarebbe ritornato fra i vivi avrebbe avuto almeno un membro della sua famiglia al suo fianco.
Qui entrava in gioco Callam, da poco aveva concluso gli studi quando era arrivata la notizia: avevano trovato una cura per la malattia del suo avo e presto lo avrebbero tirato fuori dall’ibernamento.
“Callam non vorrai fare tardi proprio oggi!” gli urlò suo fratello Fynneg da fuori scuotendolo. In fretta s’infilò sotto la doccia.
Quando uscì i suoi fratelli lo aspettavano in camera:
“Tieni ho controllato la tuta minuziosamente non ci sono macchie” suo fratello Naethan aveva preso la notizia con apprensione, aveva il terrore che facessero una brutta impressione sul loro bis-bis-nonno e aveva spedito Callam a farsi un taglio alla moda per l’occasione.
Accettò la tuta sorridendo della sua ansia.
“Pensi di fare tardi oggi?” suo fratello Fynneg era una persona molto pratica e non si era lasciato scomporre minimamente.
“Dubito che potrò vederlo da oggi, dovrei stare a casa per cena.”
“Hai preso tutto?” gli chiese Nae sulla porta ricevendo un cenno d’assenso.
“Buona giornata” lo salutò Fyn.
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Alixer sedeva nella stanza che gli avevano preparato.
Davanti a lui la sua IA assegnata aveva servizievolmente proiettato la data del giorno.
Erano passati novantasette anni da quando era iniziato il suo sonno, novantasette anni da quando gli avevano diagnosticato una malattia degenerativa del sistema nervoso apparentemente incurabile. Allora aveva una moglie e un’adorabile bambina di sei anni. Ma lui era uno scienziato di classe S e secondo la legge del settore verde il suo cervello apparteneva alla scienza.
Non potevano lasciarlo morire. Così aveva detto addio alla sua amata moglie e al suo piccolo tesoro e si era addormentato.
Gli avevano detto che ormai le sue funzioni vitali erano ristabilite ma si sentiva come una voragine incolmabile al centro del petto. Nulla avrebbe potuto ridare vita al suo cuore.
“Buongiorno” disse una nuova voce.
Un uomo di mezza età stava ritto sulla porta stringendo nervosamente una lavagna grafica. Era strizzato in una delle tute in latticex obbligatorie nei laboratori. Alixer le odiava.
“Buongiorno” rispose.
“Sono Jaxer Singlehide, classe S, sono l’attuale supervisore generale per la S”
Alixer aggrottò le sopracciglia:
“Quindi è il mio diretto superiore?” quell’uomo era buffo, sembrava in qualche modo agitato, eppure era lui che aveva dormito per quasi un secolo per risvegliarsi in un mondo uguale e sconosciuto allo stesso tempo.
“Assolutamente no!” si affrettò a dire Jaxer “Cioè, lo sarei ma l’accademia delle scienze ha decretato, in virtù delle sue eccezionali scoperte e della sua particolare situazione, di lasciarle una certa autonomia. Dopo l’inizio del suo ibernamento abbiamo isolato il vostro laboratorio, ora lo stiamo rimettendo in funzione e ci siamo permessi di selezionare alcuni nuovi macchinari che forse potrebbe volere” gli girò la lavagnetta e Alixer scorse la lista sorpreso, a quanto pareva non avrebbe più avuto problemi ad ottenere finanziamenti.
“Molto bene” decretò “Riprenderò il mio lavoro appena mi consentiranno di uscire”
“Non c’è fretta, se vuole prendersi una vacanza per esplorare la città è del tutto comprensibile” Alixer lo trafisse con un’occhiata di ghiaccio.
“Non c’è più nulla per me là fuori, mi avete salvato per continuare le mie ricerche ed è quello che intendo fare”
Jaxer uscì dalla stanza sentendosi avvampare dalla vergogna, non si sentiva così da quando era un ragazzino. Arrivato all’ascensore però si riscosse, presto Alixer sarebbe tornato nel suo laboratorio e sarebbe inevitabilmente incappato nell’invenzione che aveva fatto di Jaxer un rango S.
Aveva immaginato quella scena mille volte nella sua testa:
“Jaxer” avrebbe detto Alixer, che nella sua mente lo chiamava sempre per nome come un vecchio amico “C’è una cosa che non capisco riguardo a queste letture”
Allora lui si sarebbe fatto avanti con nonchalance pur sapendo bene a cosa si riferiva
“Cosa Alixer?”
“Guarda questa proiezione, è un campione di pianta che ho prelevato questa mattina, sembra che si sia una fibra estranea inserita nel nucleo interno”
“Oh quello” questo punto faceva sempre gongolare Jaxer “Si tratta di una fibra artificiale semi-intelligente, una ventina di anni fa è stata piantata in una serie di punti strategici del distretto e ha iniziato ad espandersi fino a raggiungere ogni singola foglia e viticcio luminescente che esiste”
Alixer l’avrebbe ascoltato rapito per poi chiedere: “Affascinante ma non ne capisco lo scopo”
Allora Jaxer avrebbe passato le mani esperte sulla console aprendo una serie di finestre offrendo una serie di visuali in live, quella sulla strada principale del verde, quella sul tetto del palazzo dei congressi e quella di quel laboratorio.
In quel momento gli occhi di Alixer si sarebbero illuminati dalla luce della comprensione: “Sono telecamere!” avrebbe esclamato incredulo “Una rete di telecamere nascoste su tutto il distretto, con costo d’installazione e mantenimento praticamente pari a zero per hanno una matrice sinbiontica che le fa crescere insieme alle piante bio-luminescenti! Mi chiedo chi possa aver avuto un’idea così incredibile!”
Allora Jaxer si sarebbe stretto le spalle con modestia dicendo qualcosa come: “Non è niente di che, mi sono specializzato sulla tua ricerca e come esame finale del ciclo di studi volevo fare qualcosa che ti rendesse onore…”
Alixer si sarebbe voltato di scatto a bocca aperta: “Sei stato tu!”
Gli avrebbe afferrato la mano scuotendola come per congratularsi e lui avrebbe cercato di sminuire la cosa con modestia: “Devi assolutamente collaborare con me, insieme porteremo il settore verde nel futuro!”
Una nota musicale lo risvegliò dal suo sogno ad occhi aperti, era arrivato al piano terra e si accorse che stava sorridendo inebetito ad un gruppo di novizi dalla tuta verdino pallido.
Si riscosse subito e sbraitò: “Avete intenzione di lasciarmi passare o vogliamo passare la giornata a fissarci!” i ragazzi si divisero precipitosamente per fargli strada e lui se li lasciò alle spalle in fretta. Tutto stava andando secondo i suoi piani, o almeno così credeva.
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Alixer squadrò il ragazzino davanti a lui, doveva aver appena concluso il suo percorso di studi perché indossava una tuta verde chiarissimo.
“Rilassati Callam non ho intenzione di mangiarti” il ragazzino lo guardò titubante come se non ne fosse del tutto convinto “Mi chiedevo solo la natura della tua ricerca di fine studi, se ti hanno assegnato A come classe base dev’essere stata interessante”
“La natura ricombinante del DNA” mormorò “Ho dimostrato che in alcune condizioni specifiche il codice genetico è in grado di riscriversi nell’arco di una sola generazione”
Alixer fece una smorfia stupita: “Incredibile, che condizioni per fare qualche esempio”
Callam si illuminò: “Le condizioni ambientali per esempio! Soprattutto nelle specie vegetali si è riscontrato il principio di un cambiamento in un arco di tempo eccezionalmente ridotto se vengono sottoposte ad un cambio graduale dell’ambiente circostante, l’accademia delle scienze ha riconosciuto questa teoria alla base dell’enorme diffusione che l’edera-neon ha avuto nel nostro settore!”
L’uomo sorrise nell’udire quell’appellativo, quando era un giovane studente era il nome amichevole che aveva dato alla sua ricerca, era felice di scoprire che fosse sopravvissuto nell’immaginario comune.
“Quindi ti hanno assegnato al mio laboratorio per continuare la tua ricerca?” era una specie di domanda retorica ma sorprendentemente il ragazzo scosse la testa.
“No, vogliono affidarmi un altro progetto”
“E allora cosa ci fai qui?”
“Ecco…” il ragazzo spostò il peso da un piede all’altro “Sarei il vostro bis-bis-nipote”
Non se lo aspettava.
Aveva rinunciato all’idea di una famiglia nel momento in cui si era sdraiato in quella capsula dell’ipersonno e ora scopriva di averne ancora una.
“Vostra figlia è rimasta nel settore verde dopo gli studi” aggiunse Callam “Tutti lo abbiamo fatto, ha ottenuto la promessa dall’accademia delle scienze che quando vi sareste svegliato avreste avuto al vostro fianco almeno un membro della famiglia”
Alixer sentì gli occhi inumidirsi, la sua piccola Myha non l’aveva mai dimenticato, si passò una mano sugli occhi mentre le lacrime iniziavano a scendere. Sentì un tocco esitante sul gomito e senza pensarci abbracciò il giovane Callam singhiozzando.
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Jaxer osservò la scena dalle telecamere ingoiando l’invidia, aveva tenuto le distanze per qualche giorno lasciando che Alixer riprendesse familiarità con il suo laboratorio e gli aveva mandato il giovane Callam sperando di ammorbidirlo un po’. Evidentemente aveva funzionato e presto sarebbe arrivato il suo turno.
Un messaggio di notifica quella mattina gli aveva segnalato che Alixer si sarebbe rimesso a lavoro in modo ufficiale la mattina successiva e lui aveva pianificato di capitare casualmente nel suo laboratorio per un controllo di routine dopo qualche ora.
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“Quindi com’è?” Nae non riusciva a stare fermo sulla sedia mentre erano seduti a tavola.
“È alto con i capelli castano scuro e gli zigomi pronunciati” disse Cal “Mi ricorda papà per certi versi” sul tavolo calò un velo di tristezza, l’anno prima c’era stata un’esplosione nel laboratorio dei loro genitori e da allora erano rimasti solo loro tre.
“Gli hai raccontato di noi?” disse Fyn scacciando quel momento.
“Sì, dice che vi vuole incontrare e ha accettato il nostro invito a cena”
Nae lanciò un verso strozzato schizzando in piedi, la sua sedia galleggiante andò a sbattere contro il muro.
“Perché non lo hai detto subito?” lo accusò “Devo sistemare la casa, programmare un menù, ordinare la spesa” proseguì l’elenco sparendo in cucina mentre i suoi fratelli si lanciavano uno sguardo rassegnato, Nae era fatto così.
Fyn e Cla si scambiarono uno sguardo divertito alle sue spalle.
“Allora vi passo a prendere a fine turno.” Disse Fyn, alzando il bicchiere a mo’ di brindisi.
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Si accorse subito che qualcosa non andava al suo ingresso nella stanza asettica. Aveva fatto in modo di programmare l’assegnazione del progetto di Callam nello stesso frangente della sua visita, in modo che il ragazzino non fosse stato fra i piedi a rovinare il suo momento di gloria.
Ma c’era qualcosa che non andava, una grossa finestra virtuale era aperta sul muro in fondo del laboratorio e Alixer muoveva freneticamente le mani su una tastiera proiettata davanti a lui.
“SUPERVISORE SINGLEHIDE!” tuonò la voce dell’uomo.
Strano, sembrava infuriato.
“Cosa vuole dire questo?” indicò infuriato lo schermo e Jaxer si rese conto che in qualche modo non solo aveva dedotto la natura della fibra estranea nelle sue piante ma era anche riuscito ad accedere alla rete di telecamere.
“Ehm…” era interdetto non capiva la ragione della sua rabbia.
“Chi ha fatto questo?” La sua voce si era abbassata ma non per questo faceva meno impressione, era come una bomba pronta ad esplodere.
In preda alla confusione Jaxer commise un grosso errore: “Non è niente di che” mormorò e tanto bastò.
“Sei stato tu!” La sua fantasia si sovrappose alla realtà ma il tono di Alixer non combaciava. Distratto non si rese conto che l’uomo si era avvicinato finché non lo afferrò per il davanti della tuta “Ti rendi conto di cosa hai fatto?”
“Non capisco…”
“Certo che non capisci sei un idiota” lo lasciò andare spingendolo via, si avvicinò ad un grosso apparecchio a cono e girò verso destra una manopola, sembra uno di quei vecchi macchinari, grafomono o qualcosa del genere.
Improvvisamente un suono straziante invase la stanza. Jaxer si coprì le orecchie ma quel lamento gli graffiava l’anima.
“Cosa diavolo è?” Urlò cercando di farsi sentire sopra quel rumore.
Lo strazio s’interruppe improvvisamente.
“Questo” disse Alixer che aveva rigirato la manopola “È la voce delle piante che state torturando costantemente da chissà quanto tempo”
“Ma sono solo piante!” Esplose Jaxer, non riusciva a capire cosa succedeva.
“Queste piante possiedono una particolare matrice sensibile che le mette in contatto le une con le altre”
“E allora? Non mi vorrà dire che sono intelligenti?”
“Sicuramente più di te! Aspetta solo che faccia rapporto alla commissione scientifica, non capisco come possano aver approvato delle telecamere nascoste, va contro i diritti umani di base, ora fuori di qui!”
Jaxer si avviò fuori sbandando leggermente, non riusciva a capire cosa era appena successo.
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Diverse ore dopo Callam rientrò dall’assegnazione del suo progetto stanco ma entusiasta.
Sfortunatamente Alixer doveva rovinare il suo momento di gioia con le sue pessime novità,ma non aveva nessun altro di cui si poteva fidare. Si gettò a spiegargli la situazione con le piante e questo lo riscosse perché tempo della fine marciava avanti e indietro scuotendo la testa.
“Una gigantesca rete di telecamere che spia i cittadini di nascosto, non può essere che il consiglio lo sappia, è una follia, dobbiamo fare rapporto!”
“Sono d’accordo,” disse Alixer seduto sulla sua poltrona fluttuante. “Ho prenotato un’udienza ma non c’era posto prima di tre giorni, questo sistema è ridicolo, ai miei tempi esistevano commissioni diverse per livelli diversi.”
“È così da più di quarant’anni, una commissione del livello C ha annotato una scoperta di livello S e aveva sfruttato la cosa per guadagnare prestigio, avrebbero commesso un colpo di stato se l’accademia non li avesse scoperti, così hanno stabilito che un’unica commissione avrebbe approvato i progetti lasciando ai supervisori il compito di selezionare le ricerche migliori” spiegò Callam lasciandosi andare su una sedia. Alixer non lo invidiava, la vita da stagista era un inferno: la mattina doveva lavorare al suo progetto supersegreto e il pomeriggio fino a tarda sera era a sua disposizione.
“Comunque non avevo idea che queste piante avessero un’intelligenza di tipo alveare,” disse sovrappensiero il ragazzo.
“Questa è una delle cose più strane, ho riletto le mie ricerche disponibili nel database pubblico e sono…incomplete, non saprei come altro dirlo, alcuni dettagli, che ricordo di aver reso noti alla comunità scientifica ai miei tempi, risultano mancanti, mi sembra strano ipotizzare una perdita di dati”
“Vuole dire che qualcuno ha rimosso parte delle informazioni volontariamente? Pensa sia stato Jaxer, per coprire i suoi esperimenti?”
Alixer arricciò le labbra: “Non so cosa è accaduto ma penso sia successo ben prima della nascita di Jaxer, devo assolutamente informare il consiglio, poi vedremo cosa fare.”
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“Quindi ha intenzione di fare rapporto?”
Jaxer annuì alla volta della figura nello schermo: “Sembra non comprendere la natura delle nostre decisioni”
“Confido che presto invece la situazione gli sarà più chiara, cosa mi dici del ragazzo?”
“Ho visto che il professor Zan gli ha comunicato delle telecamere, questo non era previsto” la voce era colma di disappunto ma Jaxer mantenne la calma.
“Confido che convintoil professore il ragazzo non saraà un problema.”
“Lo spero per lei supervisore, lo spero per lei.”
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Luekas chiuse la comunicazione e rivolse la sua attenzione alle altre due figure nella stanza.
“Cosa ne pensate?”
“Credo che Singlehide sia stata una benedizione dal cielo, in più di un secolo non ho mai visto qualcuno tanto ottuso e pieno di se allo stesso tempo” disse Tatm seduto di sbieco sulla sua poltrona con una gamba gettata in modo trascurato oltre un bracciolo. Tanto si sforzava di apparire composto in pubblico tanto si lasciava andare in privato; aveva la tuta aperta e il suo distintivo era buttato con negligenza sul tavolo.
Luekas lo capiva però, dopo tutti quegli anni della rigida formalità che caratterizzava gli scienziati le formalità venivano a noia.
“Io ancora non spiego che tipo d’illuminazione può aver avuto quando ci ha presentato quel progetto sulle fibre ottiche” Elber guardava la città dalla parete a muro con le mani dietro la schiena, era un’abitudine per lui, forse gli piaceva vedere tutto quello che avevano conquistato.
“Scrivo a Bentleye e Rogr, se vuole tutte la commissione accontentiamolo.”
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Alixer sorrise ai due ragazzi davanti a lui, somigliavano molto a Callam.
“Questo è mio fratello Fynneg il più grande di noi” Fyn aveva il tipico taglio degli occhi, un po’ a mandorla che anche Alixer vedeva nello specchio tutti i giorni, gli strinse la mano chinando leggermente la testa.
“Piacere, signore, abbiamo atteso a lungo il vostro risveglio” sembrava molto rigido.
“Chiamami pure Alixer, siamo in famiglia dopo tutto, Callam mi diceva che sei nel settore delle consegne”
Il ragazzo si grattò la nuca con un velo d’imbarazzo: “Non ho superato il test del QI con risultati eccezionali come i miei fratelli, volevo rimanere nel settore verde ma piuttosto che essere un mediocre scienziato ho preferito fare altro”
Alixer gli posò una mano sulla spalla sorridendo: “Mi sembra una decisione molto intelligente indipendentemente da cosa ne dica il test e credimi ai miei tempi ho conosciuto molti che pur prendendo voti eccellenti al quel test sceglievano un’altra strada, non farti dire dagli altri chi devi essere”
Fyn raddrizzò la schiena raggiante, Callam non lo vedeva così orgoglioso da moltissimo tempo.
“Questo è mio fratello Naethan, il secondogenito” Nae quasi balzò fuori dalla sua pelle ritrovandosi improvvisamente al centro dell’attenzione.
“Oh, il medico” Alixer strinse la mano anche a lui “Qualcuno mi ha detto che oltre che a essere il più giovane capo chirurgo della tua generazione sei anche un cuoco eccellente, cos’è quest’odorino?” Alixer annusò platealmente l’aria e Nae lo trascinò in cucina per mostragli il suo sformato di zucca e spinaci.
In pochi ancora si cimentavano nella cucina tradizionale ma Nae ne era ossessionato per la gioia dei suoi fratelli.
La cena fu pervasa da una piacevole atmosfera familiare, Alixer faceva domande ai ragazzi sui loro lavori e sulle loro abitudini e loro ascoltavano rapiti i loro aneddoti sul passato.
“Davvero una volta le persone potevano decidere che strada scegliere?” chiese Fyn ad un certo punto.
“Certamente, perché adesso non è così?”
I ragazzi si scambiarono delle occhiate cupe.
“Se sei di base una classe B o C puoi fare ciò che vuoi, ovviamente nei limiti di carriera ammessi dalla legge. Gli A, come me e Callam possono scegliere se dedicarsi alla ricerca scientifica o entrare nel campo della medicina ma nient’altro” Nae fissò il suo piatto con le spalle incurvate “Ho avuto fortuna, se fossi risultato essere una S sarei stato indirizzato obbligatoriamente nel settore scientifico”
“La scienza deve avere a sua disposizione le menti più brillanti” spiegò Callam “Hanno varato questa legge poco più di cinquant’anni fa”
Alixer rifletté un secondo disturbato da questi nuovi sviluppi si rese conto che una classe rimaneva fuori da questo schema: “E per chi risulta una classe D?”
“Non c’è posto per le menti inferiori qui” mormorò Fyn.
“I classe D vengono invitati a non tornare nel settore verde dopo gli studi” spiegò Nae.
Alixer accolse la notizia in silenzio. Quando si era ibernato sapeva che avrebbe trovato un mondo molto diverso al suo risveglio, ma non pensava che sarebbe stato peggiore di quello che aveva lasciato. Lui era vissuto in un’epoca di grande fioritura scientifica, dove il futuro si prospettava luminoso. Non si capacitava del perché le cose andassero così male.
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Il supervisore Jaxer seguiva la scena annoiato, gli avevano ordinato di non perdere d’occhio Alixer ma la riteneva una perdita di tempo, quella scenetta uscita da un film retrò gli dava la nausea. Così li osservava passivamente, mentre no schermo vicino proiettava un documentario che aveva registrato. Preso com’era dalla spiegazione di come il grande e glorioso settore verde aveva sviluppato dei semi in grado di maturare in pochi giorni salvando Nopturnia dal problema del cibo non notò la discontinuità delle immagini della telecamera: un secondo prima stavano finendo di mangiare e subito dopo erano in piedi vicino alla porta che lo salutavano.
L’uomo si stiracchiò all’indietro, ora che Zan si era chiuso la porta alle spalle poteva anche passare il compito ad uno dei galoppini nella sala di controllo principale mentre andava a dormire, dopo tutto quegli scarti dovevano anche guadagnarsi da vivere.
Soddisfattò sprofondò nel lussuoso letto del suo alloggio da scienziato. Da classe S aveva il diritto ad un appartamento tutto suo dove non aveva esitato a trasferirsi subito dopo la promozione. Si era lasciato alle spalle la sua angusta casa di classe C e la sua orrida prima moglie, il programma di selezione delle coppie gli aveva rifilato una donna bisbetica che per qualche oscuro motivo era risultata compatibile con il suo profilo.
Ma quei tempi erano finiti, adesso era una classe S e ben presto si sarebbe potuto scegliere un’avvenente stagista dal cervello eccezionale quanto il suo, per mettere al mondo dei bambini super-intelligenti. Sospirò soddisfatto, adorava la sua vita.
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Anche Alixer non riusciva a dormire, il così detto ciclo di riposo delle piante era già iniziato da qualche ora, durante questo periodo di tempo la loro luce si affievoliva e lui stava sfruttando la cosa per analizzare le sub-routine dei processi video.
Teneva un piccolo esemplare in un vaso vicino a lui, per farsi luce e un piccolo viticcio era strisciato fuori dal vaso circondandogli il polso.
Alixer sospirò, non poteva credere che esistesse un idiota tale da torturare una creatura innocente come quella senza accorgersene.
“Va tutto bene” mormorò “Ci penso io!” Il viticcio lo strinse un secondo poi tornò nel suo vaso.
Lo scienziato riportò gli occhi sugli algoritmi, durante quel breve frangente si era verificata una piccola discontinuità, sul video. Come pensava, Jaxer aveva commesso un errore fondamentale pensando che quelle piante fossero indifese, adesso che era tornato le cose sarebbero cambiate.
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Alixer attendeva pazientemente che fosse il suo turno.
Le sue ricerche si erano rivelate infruttuose, non c’era traccia di chi potesse aver cancellato parte delle sue ricerche. Ma finalmente il giorno della sua udienza era arrivato quindi almeno avrebbe potuto portare l’attenzione del consiglio sul suo caso.
Entrò nella sala con aria decisa e ma l’aspetto dell’ambiente fu talmente una sorpresa che esitò poco oltre la soglia.
Una volta le commissioni si riunivano in un tipo di sala abbastanza standard: c’era un tavolo spoglio e cinque sedie.
Invece i cinque membri della commissione, almeno in numero non era cambiato, i loro nomi splendevano nella parte alta degli schienali: Professor. Tatm, Professor. Bentleye, Professor. Rogr, Professor. Luekas, Professor. Elber. Lo guardavano seduti su delle sedie imponenti dallo schienale alto con dei braccioli squadrati, inoltre erano rialzati rispetto al pavimento quindi alcuni gradini sul davanti permettevano di raggiungere l’altezza adeguata per sedersi; dei led verdi di pessimo gusto, che cambiavano lentamente tonalità correvano lungo gli schienali in complicati disegni geometrici, ma chi li usava più i neon nel settore verde? Non aveva visto una stanza completamente priva di piante dall’alba della sua scoperta.
Sembravano dei troni.
Alixer non presagiva nulla di buono, gli scienziati del verde, da che ricordava lui, erano persone pratiche a cui interessava più l’aspetto funzionale delle cose. Quella manifestazione di presunta superiorità invece sembrava quasi infantile.
Gli uomini del consiglio seduti sui quei troni, perchè giusto dei troni potevano essere considerati, sembravano dei bambini che giocavano a fare gli adulti.
Lo scienziato scrollò le spalle, forse sarà stato che tecnicamente era un centinaio di anni più vecchio di chiunque, ma gli sembravano tutti un po’ bambini.
Non si sarebbe certo lasciato distrarre da questo.
Procedette ad accendere la lavagna olografica dove illustrò la sua tremenda scoperta, elencò gli effetti nocivi che quel trattamento poteva avere sulle piante spiegando che gli le conseguenze a lungo termine potevano essere disastrose e imprevedibili, infine concluse con un accorato appello a finanziare una ricerca finalizzata a separare la fibra estranea dal nucleo delle povere piante. Si spinse anche a chiedere una sospensione del supervisore Singlehide, forse era un azzardo, ma quell’uomo era una vergogna per la scienza stessa.
Alla fine della sua esposizione però non trovò le facce sgomente che si aspettava. I cinque uomini lo guardavano con un’espressione che non riuscì a decifrare subito. Sembravano… poco sorpresi.
“Voi lo sapevate!” realizzò improvvisamente Alixer “Sapevate delle telecamere”
“Si sieda signor Alister, lasci che le spieghiamo la situazione.” Disse il professor Luekas.
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La sorveglianza è la chiave della stabilità di questo settore. Gli aveva detto Luekas.
Ma a che prezzo. Pensò guardando la città dall’alto dell’edificio del laboratori. Il verde pulsante del suo settore s’interrompeva in lontananza per dare spazio al giallo. Per una volta fece una cosa che non aveva mai fatto prima: alzò gli occhi verso il nero compatto del cielo.
C’era qualcos’altro in quella voragine priva di ogni altra luce? Possibile che il mondo inziasse e finisse in quel turbinio colorato che era la loro città?
Con un sospiro si chinò ad accarezzare un viticcio che si protendeva verso di lui.
“Ne abbiamo fatta tanta di strada insieme, eh?” Disse con affetto. Gli sembrava quasi giusto essere da solo con le sue piante, all’inizio e alla fine di quella storia. Un pensiero veloce andò ai suoi tre nipoti, aveva dato loro appuntamneto nel settore Multicolore per tenerli lontano nel momento critico.
Ormai pronto, adesso che tutte le questioni erano chiuse si alzò in piedi avvicinandosi al cornicione.
Guardò nuovamete il viticcio e disse: “Adesso!”
Non aveva mai avuto il cuore di mettere la portata della sua scoperta davanti alla commissione, ma sebbene non fosse mai riuscito a identificare come, sapeva che quelle piante lo capivano.
La conferma definitiva gli arrivò mentre la sua faccia appariva su ogni schermo del settore, I rampicanti stavano mandando il video in cui smascherava I capi del settore e tutto ciò che era riuscito a scoprire sulle loro macchinazioni, accompagnando la spiegazione con video I video di sorveglianza ce gli avevano fornito I suoi amati vegetali.
Mentre il video volgeva al termine fece un passo in avanti andando finalmente incontro all’oblio.
Quando il suo corpo toccò il suolo le sue creature cessarono ogni funzione, mandando in corto il sistema.
Il settore verde per la prima volta dalla fondazione della città, precipitò nel buio.

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