Il cuore di una madre

Cow-t 10. M2. SAFE.
Parole: 523.
Prompt: Induratizer.
Fandom: Originale.
Sfrenato ululava il vento, quasi a voler fare da eco al freddo nel suo cuore. Le nubib si addensavano mentre la temperatura precivitava peremeando l’aria di un gelo che ti entrava dentro le ossa. Il bellissimo verde degli alberi iniziò cambiare mentre le foglie passavo dl giallo all’arancione al marrone per poi cadere lasciando solo una scia di deprimenti tocchi spogli e secchi. I colori sembravano spariti nell’atmosfera ugiosa di un cielo così densamente ricoperto di nuvole che il Sole sembrava essere un ricordo lontano.
I fiori erano spariti e l’erba si era diradata lasciando spazio a terra umidiccia e sassi aguzzi che ferivano I piedi.
Nessuno aveva scampo da quest’ calvalcande desolazione. Persino la pallida luce del sole che in qualche modo filtrava dallo strato di nubi sembrava non essere in grado di resistere più di tanto e I giorni sifacevano sempre più corti e sempre più freddi, lasciando spazio per la maggior parte del tempo solo a tenebre fittissime dove si annidiavano le paure e le angosce. Le strade erano vuote, tutti erano troppo spaventati per allontanarsi troppo dal quel poco calore che ancora usciva dal focolare, come se le tenebre potessero inghiottirli; o forse temevano solo quello che si nascondeva nel buio.
I campi erano secchi, gli animali quasi completamente spariti, spinti dal loro istinto a cadere in un lungo sonno piuttosto che affrontare lunghi giorni di stenti.
L’unico momento di rottura era rappresentato dall neve che cadeva sempre più spesso ricoprendo ogni cosa. Il sollievo del candido bianco che spezzava l’oscurità fu presto sostituito da altra paura, quella del freddo penetrante che richiama il gelo della morte. Niente sopravvive sotto quella coltre di ghiaccio cristallizzato che si attacca ad ogni cosa.
Sua figlia se né andata.
Aveva cercato fino all’ultimo di ripetersi che era stata traviata da quell’orrido essere che l’aveva rapita, che lei non desiderasse altro che fuggire e che fosse intrappolata agli inferi per questo non tornava da lei.
Ma non si sarebbe potuta sbagliare più di così.
Persefone era felice.
Lo aveva sentito da lei stessa. A nulla era servito rivolgersi al potente Zeus padre degli dei. La sua adorata figlia aveva scelto Ade come suo sposo e non desiderava separarsi da lui.
Sembravano tutti soddisfatti dell’accordo raggiunto: per metà dell’anno la sua adorata figlia sarebbe rimasta on lei, mentre per l’altra metà sarebbe stata rinchiusa in quell putrido antro pieno di morti dell’Oltretomba. Il cuore le doleva al solo pensiero.
Se gli dei dell’Olimpo pensavano che avrebbe accettato la situazione come se nulla fosse non avevano capito nulla di lei. Troppo a lungo I loro fedeli avevano pasciuto nell’abbondanza di messi e nel caldo sole sotto la sua benedizione.
Se lei doveva privarsi di sua figlia in favore degli inferi allora anche loro avrebbero rinunciato ai loro fedeli, strappati alla vita dal suo gelido odio.
Con la falce di Crono stretta in mano e ammantata di nere vesti per il suo lutto, seppur momentaneo, avrebbe camminato sulla terra tormentando I mortali finchè sua figlia non fosse tornata da lei. Se la sua vita doveva fermarsi per sei mesi allora tutti avrebbero condiviso il suo dolore.

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