Caso chiuso

Cow-t 10. SAFE. M2. Prompt: Mitologia Induista.

Tatsuya sbadigliò scorrendo gli ultimi titoli di Netflix. Non aveva nenache voglia di guardare qualcosa ma gli piaceva tenere la tv accesa per compagnia mentre preparava la cena. Alla fine optò in thriller comico su un assassino in pensione.
Era stata una giornata lunga e desiderava solo mangiare una cosa al volo per poi infilarsi a letto.
Mise insieme un’insalata greca e la mangiò direttamente sul divano guardando passivamente il film. Prima d’iniflarsi a letto notó che gli erano arrivate un paio di email, ma niente che non potesse aspettare.
Finalmente spense lo schermo abbandonandosi all’indietro con un sospiro di soddisfazione. La vera felicità era coprirsi con il piumone fin sopra la testa in una sera invernale.
Prese subito sonno e scivolò nell’inconscio in un battibaleno.
C’erano voci in lontananza e infastidito pensò di aver lasciato la televisione accesa. Non voleva svegliarsi stava dormendo troppo bene ma sentiva il sonno scivolargli di dosso irreversibilmente.
Stizzito si levò il piumone di dosso e una luce forte gli ferì gli occhi.
Adesso le voci erano più forti. I suoi occhi, momentaneamente accecati pian piano misero a fuoco l’ambiente intorno a lui.
“Caso chiuso.” Disse una voce seguita da un rumore di legno contro legno.
“La corte rifiuta la richiesta di divorzio di Era nei confronti di Zeus per la seimilatrecentoventiquattresima volta. Essendo lei dea del matrimonio sarebbe un controsenso tale che potrebbe squarciare il tessuto della realtà.”
“Ma vostro onore…”
“Questa è la nostra decisione finale.”
Era un tribunale di qualche tipo.
C’erano infiniti banchi che si stendevano davanti al palco del giudice. I confini della stanza non si vedevano e i presenti non sembravano interamente…umani.
-deve essere un sogno- pensò, la sua mente già a pieno regime, sperava solo di ricordarsi di quello che aveva sognato al suo risveglio, gli stavano venendo idee fantastiche per un sacco di personaggi.
“Prossimo caso: Shiva contro Tatsuya Nomura.” Sentendo chiamare il suo nome si voltò verso il giudice. O forse era il caso di dire giuduci.
L’uomo, anche se probabilmente non era umano, aveva due facce che puntavano verso i lati della testa.
Chissà come faceva a guardare dritto.
“Salve,” disse una voce vicino al suo orecchio, sul letto vicino a lui era apparso un essere con una chioma rossa una tunica che fluttuava in giro mostrando anche troppo e una dentatura che sembrava in grado di masticare l’acciaio. “Quale esotico mezzo di trasporto, ero convinto che gli umani avessero inventato la ruota.”
“Cosa?” Riuscì a spiccicare Tatsuya, non ben sicuro su come esprimere la domanda che aveva in testa.
“Sono Molok signore delle cause perse, sono il tuo avvocato difensore!”
“Come?”
“Tranquillo è solo un titolo, prima o poi vincerò una causa.” Disse lui agitando una mano con nonchalance.
Il suo letto si mosse in avanti prendendolo alla sprovvista. Improvvisamente si rese conto di essere ancora in pigiama e si raccolse la coperta intorno al corpo appoggiandosi contro la spalliera, il più lontano possibile dal demonietto che stava spargendo ovunque carte e post-it.
Il letto si posizionò davanti a quello che doveva essere il banco degli imputati.
Una figura trineggiante prese posto di fronte a lui lasciandolo a bocca aperta.
“Shiva.” Rantolò.
Perché era Shiva al di là di ogni ragionevole dubbio, Tatsuya aveva studiato meticolosamente l’iconografia relativa al dio per poterlo riproporre in forme sempre nuove nei vari videogiochi.
Questo però non era un disegno. Era un uomo, cioè un essere vivente di forma maschile, alto più di due metri con quattro braccia e la pelle di un brillante blu cobalto.
Era coperto di collane e portava una vistosa corona, ad ogni suo movimento le schiere di bracciali e cavigliere tintinnavano rendendo impossibile non notare il auo arrivo.
Era il vero Shiva. E sembrava alquanto adirato.
“Vostro onore,” esordì il dio con voce profonda, due mani che gesticolavano irritate e due suu fianchi, “sono anni che la mia immagine viene riproposta da quest’uomo e dai suoi collaboratori. Lasci che le mostri.” Nel nulla si materializzarono estratti dei vari Final Fantasy.
“La difesa cos’ha da dire?”
“Beh.” Disse Molok, “capisco che possa sembrare un po’ eccessivo ma infondo è solo un’altra forma di idolatria no?” Chiese rivolgendosi a Tatsuya quasi a cercare conferma.
L’uomo lo guardò un po’ perso.
“Ma quale idoltria qui parliamo di soldi, gli umani hanno questa cosa chiamata diritti d’autore!” Sbottò Shiva. “Io non ho mai visto un centesimo.
“Ma,” disse Tatsuya, “non sono soldi miei.”
Giano soppesò la questione pensoso. “In effetti non possiamo neanche stimare una cifra in questo senso, “poco male, decretiamo che l’imputato paghi in natura il dio.”
“COSA?” Urlò Tatsuya.
“Fantastico!” Disse Molok. “Pensavo ti avrebbero ucciso.”
“A me sta bene!” Dichiarò Shiva, e mise un ginocchio sul letto con aria predatrice.
“Caso chiuso!” Dichiarò il giudice e il letto sparì con il suo malcapitato occupante.
“Prossimo caso: Ade contro la Disney.”

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