A volte i diamanti sono solo carbone

Cow-t 10. M2. SAFE.
Parole: 545.
Prompt: Induratizer.
Fandom: Originale.
Suppongo che dovrei scrivere caro diario o qualche altro tipo di frase fatta. Ma non ho mai tenuto un diario e temo di non essere sicuro di voler iniziare proprio ora.
Comunque: Anno 4998 giorno 65 Diamante.
Ho dovuto controllare il pad per sapere la data; i miei ricordi ultimamente si sono fatti nebulosi e perdo facilmente il conto dei giorni e delle ore. Le giornate proseguono tutte uguali scandite solo dai diversi colori delle mie pillole. Forse è anche a causa loro che la mia memoria è confusa.
Eppure queste medicine mi hanno salvato la vita, credo. Non che stessi proprio morendo. Ma a più di centocinquanta anni sono l’essere umano più vecchio del mondo, a qualcosa sarà anche dovuto. Ci sono giorni in cui mi dico che c’è un motivo per cui gli umani non dovrebbero vivere così a lungo. Ma ormai non ho scelta. Mi manca il coraggio per smettere di prendere queste pastiglie colorate e cerco di convincermi che siano caramelle.
Curiosamente la nebbia nella mia mente non avvolge tutto. Ricordo benissimo la mia giovinezza. Allora non ero nessuno, letteralmente, camminavo nei vicoli che dalla mia finestra ora non riesco e vedere. In mezzo a tutte le variegate specie che popolano questa bolla sigillata gli umani sono quella che passa più in sordina. Cosa c’è d’interessante in un mucchietto di tenera carne e fragili ossa vicino ai possenti troll e le bellissime driadi. Pertanto la razza umana tende a concentrarsi in piccole aree, troppo impauriti dai loro coabitanti anche per reclamare un intero quartiere. Io abitavo in una piccola cellula di famiglie umane, non più di una ventina, dentro il quartiere delle fate a Down Sky. Non era un brutto posto per vivere da umano. Le fate sono piccole e in genere si spostano volando nelle volte di Upper Sky, quindi gli umani possono girare più o meno tranquilli nelle strade.
Certo bisogna rimanere in gruppi e I bambini vivno per lo più segregati fino alla pubertà, quando smettono di sembrare un piatto appetitoso per gli esserini volanti e possono finalmente vedere il mondo fuori dalle pareti domestiche. Non che ci sia qualcosa di particolare da vedere. Ricordo che all’epoca guardavo in alto, verso il Diamante sospeso sopra la città e mi chiedevo come fosse davvero la vita lì. Le voci dicevano che in questi luoghi, bianchi e cristallini, le specie vivevano in armonia e prosperità.
Ora che ho sanato questa curiosità non posso dirmi felice. Davvero non rimembro l’ultima volta che lo sono stato. Tutti i miei amici di allora devono essere morti da tempo o hanno perso la loro umanità. Ho anche difficoltà a ricordare gli eventi che mi hanno condotto qui. Da quel poco che rimembro c’è stata una qualche epidemia che colpiv tutti indiscriminatamente, almeno finché non hanno scoperto che avevo un qualche genere d’immunità. Ho salvato tutti penso e sono stato il primo umano a entrare nel Diamante. Probabilmente anche l’ultimo. In cambio hanno voluto solo il mio sangue; tutt’ora lo vogliono, una voltaa settimana, quello che posso dare, per questo devo rimanere in vita che io lo voglia o no.
Mi chiedo se un giorno morirò anch’io o se semplicemente questo freddo durerà per sempre senza che io sia in grado di ricordarmene.
Albert Winterford

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